Quando i camaleonti, nel loro piccolo…
Tramite la "sintonizzazione fine" dei cristalli nella loro pelle, i camaleonti leopardo cambiano colore quando si arrabbiano
SCOPERTE – Su Nature Communications, Jérémie Teyssier et al. dell’università di Ginevra spiegano perché i camaleonti leopardo cambiano colore quando s’incavolano.
I maschi di Furcifer pardalis, ma anche di Chamaeleo calyptratus, Rhampholeon spectrum, Kinyongia matschiei – e probabilmente altri camaleontidi, ma non i gekkonidi – hanno sulla pelle due strati di cellule iridofore con all’interno nanocristalli di guanina. In quello superficiale, i cristalli sono disordinati e riflettono prevalentemente il verde e l’azzurro, in quello sottostante sono distribuiti in modo più regolare e riflettono la luce a più ampio spettro, sopratutto verso l’infrarosso. Se si sentono minacciati da un altro maschio, per esempio, modificano la disposizione e lo spazio tra i cristalli che riflettono altre lunghezze d’onda con risultati spettacolari. (E un grande successo mediatico: Washington Post, The Guardian, Los Angeles Times…)
Come viene controllato il movimento dei cristalli ancora non è chiaro:
I meccanismi molecolari di questo processo restano da determinare, tuttavia dato gli iridofori condividono la stessa origine, nella cresta neurale, dei cromatofori pigmentati, la sintonizzazione della spaziatura fra i cristalli di guanina… potrebbe essere considerata analoga ai movimenti degli organelli contenenti altri tipi di cromatofori, possibilmente attraverso meccanismi neurali o ormonali analoghi. (link aggiunto)
In effetti anche i polpi e certi pesci modificano il proprio colore, ma a quanto si sa lo fanno per mimetizzarsi e sfuggire al nemico, non per dargli nell’occhio. I camaleonti studiati da Jérémie Teyssier e dai suoi colleghi – fisici quantistici e genetisti evoluzionisti – ipotizzano che la “sintonizzazione fine” dei cristalli sia anche un adattamento all’ambiente, una “novità evolutiva” per un gruppo che ha avuto origine nel Gondwana, 90 milioni di anni fa:
i camaleonti pantera e quelli velati (Chamaeleo calyptratus, ndt) vivono in ambienti aridi e caldi, rispettivamente nel nord del Madagascar e nello Yemen. Sono molto esposti alla luce solare e la diminuzione del 45% di assorbimento della luce solare dovuta agli iridofori dello strato inferiore è probabilmente vantaggioso per la sopravvivenza. Tuttavia, la loro funzione ancestrale potrebbe non essere associata alla protezione termica passiva, perché nella filogenia dei camaleonti, le specie attuali dei lignaggi di base vivono foreste fitte
Agli antenati la protezione non sarebbe servita. D’altronde un bel rosso peperoncino in mezzo al verde magari attirava le femmine, oltre ai predatori, un po’ come la coda del pavone. Gli autori non se la sentono di escluderlo. Per ora hanno risposto alla domanda che molti bambini si fanno, e l’hanno pubblicato in open access, così tutti possono ammirare le immagini.
Pubblicato con licenza Creative Commons Attribuzione-Non opere derivate 2.5 Italia.
Crediti immagine: F. pardalis, John Sullivan, Encyclopedia of Life, (meno sgargiante di quelle dell’articolo però è accompagnato da questa didascalia:
fa parte di quelli che abbiamo salvato da un probabile spiaccicamento mentre girovagavano sulla strada. … Dopo che l’abbiamo messo in posa su un bastoncino i suoi colori sono un po’ sbiaditi.)