La lunga vita
Dal 7 al 10 maggio a Bologna si terrà il primo Festival dedicato alla Scienza Medica
EVENTI – Una lunga vita? È quella che ci auguriamo tutti, purché sia in salute. Essere nati in questo o nello scorso secolo ci dà l’opportunità di raggiungere gli ottanta o i novant’anni: l’alimentazione più completa, le medicine, il benessere e le tante comodità che rendono la nostra esistenza più facile fanno sì che la durata della nostra vita si sia allungata.
Secondo le stima pubblicata dalla World Health Organization nel rapporto Ageing and Health, la popolazione degli ottantenni quadruplicherà tra il 2000 e il 2050, cosa che fa gioire per i progressi della medicina, ma che al contempo suscita qualche preoccupazione.
La lunga vita è di certo una conquista che va a braccetto con il lungo sentiero percorso dalla medicina, ma è anche una responsabilità nei confronti delle generazioni future. Se la popolazione invecchia avrà bisogno di più cure: economia, politica e sistema sanitario dovranno essere pronti a fornire risposte valide a una sempre più ampia richiesta di assistenza. D’altro canto, per la medicina si apriranno sfide più grandi, e per le frontiere della ricerca scientifica ci saranno nuove possibilità di applicazione.
Questo sarà il tema che affronterà dal 7 al 10 maggio la città di Bologna, dove si inaugurerà il primo Festival della Scienza Medica. Nella città che è stata la culla della medicina, verranno ripercorse le tappe storiche che hanno portato allo sviluppo di questa disciplina, passando attraverso le credenze religiose e le narrazioni di letteratura e teatro. Ma poi la riflessione arriverà fino ai giorni nostri, per descrivere quello che la medicina ci riserverà in un futuro prossimo: il controllo del cancro o del dolore, le nuove tecnologie, i trapianti e la rigenerazione dei tessuti, le possibilità offerte dalle biotecnologie.
Saranno ospiti del Festival importanti ricercatori italiani, come Elena Cattaneo che si occupa di cellule staminali e cura delle malattie neurodegenerative, l’oncologo Alberto Mantovani e Michele De Luca, impegnato nella medicina rigenerativa. A completare il quadro scientifico nazionale si saranno anche ospiti internazionali, tra cui quattro premi Nobel: Luc Montagnier, lo scopritore del virus HIV; Andrew Fire premiato per aver individuato l‘RNA interference mediante il quale è possibile interferire con l’espressione genica; infine Erwin Neher che ha studiato i canali ionici nelle cellule.
Alla festa della medicina saranno invitati proprio tutti dagli specialisti agli ammalati, la cui permanenza in ospedale sarà allietata da una serie di concerti. Non mancheranno le attività per le scuole presso il Teatro Anatomico, con il gioco Pandemic e con la “Visita in Corsia”, con veri letti e finti ammalati per simulare le malattie.
Per grandi e piccoli sarà anche possibile giocare con il concetto di malattia presso il Palazzo Re Enzo, dove “Social Box” darà la possibilità di inventare nuove malattie, mentre “Videocondria” ci invita a girare un video per esprimere le nostre pulsioni ipocondriache.
L’ultimo appuntamento è previsto per il 26 maggio, quando interverrà Kary Mullis l’inventore della PCR, una nota reazione a catena usata per lo studio degli acidi nucleici.
Sono ampie dunque le possibilità per tuffarci nella storia della medicina fino a far emergere le prospettive future.
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