Le scoperte più eclatanti del 2015: il vaccino per l’ebola
Si chiama VSV-ZEBOV e superando i trial clinici ha dato una svolta alla gestione delle epidemie di ebola. Ma nella corsa ai trial se la gioca con un altro candidato
SPECIALE DICEMBRE – Dopo aver parlato di CRISPR/Cas9, la rivoluzionaria tecnica di editing del genoma che da mesi riempie le pagine dei giornali scientifici, continuiamo con le più eclatanti scoperte scientifiche del 2015.
È nella lista delle Top Chemistry Stories from 2015 di Scientific American e tra le 10 scoperte scientifiche più degne di nota del 2015 nella selezione di Science: si trattail primo vaccino davvero efficace contro l’ebola, VSV-ZEBOV, che in Guinea è riuscito a proteggere il 100% delle persone immunizzate, è decisamente uno dei grandi traguardi dell’ultimo anno.
Del virus non si parla da un bel po’, anzi, i media sembrano essersene dimenticati quando l’emergenza è rientrata (con circa 11.000 vittime) e la notizia del nuovo vaccino è stata confermata dai risultati dei trial clinici. Al 13 dicembre, riporta l’Organizzazione Mondiale della Sanità, non ci sono casi di EVD (ebola virus disease) registrati, e tutte le persone venute a contatto con gli ultimi tre casi confermati -in Liberia, a metà novembre- ormai hanno completato i 21 giorni di follow-up che seguono l’esposizione e il rischio di contagio.
VSV-ZEBOV è un vaccino di prima generazione, contiene il virus vivo ma indebolito e va conservato a una temperatura di -80°C, il che rende molto complicato farne scorta specialmente nei paesi più poveri. Nonostante queste difficoltà, ancora nel bel mezzo di una grave epidemia i ricercatori sono riusciti a portare con successo oltre un trial di fase 3 (in cui si valutano l’efficacia e l’utilizzo nella pratica clinica) un vaccino che fino a un anno fa non esisteva. Il tipo di trial messo in atto, su più di 7.500 partecipanti tutti in Guinea, ha permesso di testarne l’efficacia quando ancora l’epidemia era in corso
La sperimentazione è stata condotta nella regione Basse, l’unica della Guinea che nel mese di aprile ancora contava numerosi casi di ebola tra gli abitanti, ed è stata organizzata in modo da seguire la cosiddetta ring strategy: tutti gli individui a rischio intorno alla zona colpita sono stati immunizzati, esattamente come si fece per il vaiolo. Tra gli individui che avevano ricevuto il vaccino subito (4123 persone) o 21 giorni dopo l’esposizione (3528) un’unica iniezione intramuscolare ha fornito una protezione dal virus del 100% nei primi dieci giorni dopo la divisione in due gruppi. Nel primo nessun caso di ebola, nel secondo 16.
Considerando anche i non vaccinati (persone che non avevano voluto il vaccino o donne in gravidanza) che hanno beneficiato della ring strategy, l’efficacia complessiva è stata del 75%. VSV-ZEBOV non è efficace su tutti i ceppi di ebola, ma la ricerca continua e nel caso di una nuova epidemia la risposta sarà decisamente diversa. Per saperne di più sul trial vi rimandiamo all’articolo che vi avevamo dedicato in agosto.
Nella corsa al vaccino per l’ebola, tuttavia, c’è anche un altro partecipante: è ChAd3-EBO-Z e se ne è parlato su Lancet Infectious Disease a fine novembre. A differenza di VSV-ZEBOV contiene un virus che non è in grado di replicarsi. Myron Levine e i suoi colleghi dell’Università del Maryland ne hanno dimostrato l’efficacia in un trial condotto tra abitanti statunitensi (compresi operatori sanitari a rischio di contagio) e dell’Africa occidentale, e sono in attesa dell’approvazione della Food and Drug Administration (FDA). Il vaccino provoca una forte risposta immunitaria negli adulti ed è ben tollerato: i trial condotti dalla Glaxo Smith Kline Biologicals sono già iniziati, uno dei quali in Mali.
Il vaccino ChAd3-EBO-Z consiste di un adenovirus modificato in modo da non poter causare la patologia negli esseri umani, né é capace di replicarsi. Al suo interno non c’è l’intero virus ebola ma solamente una singola proteina, sulla quale si scatena l’intera risposta immunitaria. Il numero dei partecipanti è molto ridotto rispetto al trial in Guinea, per ora sono stati coinvolti 20 adulti a Baltimora e 91 in Mali, ogni gruppo ha ricevuto dosaggi diversi del vaccino ma non ci sono stati effetti collaterali tali da far dubitare della sua sicurezza.
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