Essere sovrappeso fa invecchiare il cervello di 10 anni
Nelle persone di mezza età obese o sovrappeso si osserva una riduzione di materia bianca nel cervello, un segno di invecchiamento che normalmente si presenta nelle persone con 10 anni di più.
SCOPERTE – Quella dell’obesità è una piaga che affligge buona parte del mondo industrializzato, portandosi dietro una serie di complicazioni. Diabete, cancro e problemi cardiovascolari sono alcune delle gravi patologie ad essa collegate, alle quali se ne aggiunge un’altra: l’invecchiamento cerebrale.
Uno studio dell’università di Cambridge pubblicato su Neurobiology of Aging ha dimostrato che i soggetti sovrappeso di età superiore a 50 anni presentano un cervello nelle stesse condizioni di quelli magri con 10 anni di più.
I ricercatori del Cambridge Centre for Aging and Neuroscience hanno condotto un’analisi longitudinale che ha seguito 527 individui tra i 20 e gli 87 anni, dividendoli in due gruppi: magri e sovrappeso. Nelle persone sovrappeso di mezza età e oltre le scansioni a risonanza magnetica del cervello hanno evidenziato una riduzione della materia bianca.
“Man mano che i nostri cervelli invecchiano, si riducono naturalmente di dimensione, ma non è chiaro perché le persone sovrappeso abbiano una maggiore riduzione della quantità di materia bianca. Possiamo solo fare ipotesi sul fatto che l’obesità sia responsabile di questi cambiamenti cerebrali o che al contrario ne sia una conseguenza”, spiega in un comunicato Lisa Ronan, una delle autrici dello studio.
Grazie a tecniche di ricostruzione corticale si è potuto misurare il volume della materia bianca dell’intero cervello, lo spessore della corteccia e l’area superficiale. I soggetti sovrappeso e obesi di mezza età presentavano un maggior grado di atrofia cerebrale: una degenerazione che si presenta normalmente nelle persone con 10 anni in più. Fortunatamente, i cambiamenti non sembrano riguardare la corteccia. Test simili a quelli per misurare il quoziente intellettivo hanno scongiurato la presenza di connessioni tra peso e abilità cognitive.
Sede del pensiero e del calcolo, la corteccia è composta da neuroni: è la cosiddetta materia grigia. Al di sotto di essa, costituita da fasci nervosi ricoperti di mielina, la materia bianca connette le regioni del cervello coordinandone il lavoro. Ritenuta erroneamente un tessuto passivo per molto tempo, ha un ruolo attivo sia nell’apprendimento sia nelle disfunzioni cerebrali. La mielina di cui è ricca si forma in parte alla nascita, per poi svilupparsi gradualmente fino ai 25 anni.
“Il fatto che abbiamo osservato queste differenze solo dalla mezza età in poi solleva la possibilità che potremmo essere particolarmente vulnerabili in quegli anni”, aggiunge Paul Fletcher, del dipartimento di Psichiatria. “Sarà anche importante scoprire se questi cambiamenti possano essere reversibili con la perdita di peso, cosa che potrebbe certamente avvenire”.
Sadaf Farooqi del Wellcome Trust – Medical Research Council Institute of Metabolic Science di Cambridge, conclude: “Chiaramente questo deve essere un punto di partenza per esplorare in maggiore profondità gli effetti del peso, della dieta e dell’esercizio fisico sul cervello e sulla memoria”.
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