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Un polimero per i grandi ustionati

I nuovi materiali trovano applicazioni in diversi campi, per esempio in medicina

Crediti immgine: Alan Huet, Flickr

RICERCA – Qualche notizia positiva per chi è vittima di gravi ustioni. Chimici dell’Università di Boston, guidati dal prof. Mark Grinstaff, hanno ottenuto un materiale che nel futuro potrebbe sostituire le fasciature al momento utilizzate sui grandi ustionati, necessarie per non far infettare la ferita ma anche estremamente dolorose da rimuovere. La ricerca è stata pubblicata su Angewandte Chemie, una delle riviste in ambito chimico con maggior impact factor.

Questo bendaggio è costituito da un idrogel, cioè un polimero poroso le cui unità di base hanno una fortissima affinità per l’acqua. Per questo motivo gli idrogel hanno molte caratteristiche che li rendono ottimi materiali per applicazioni cliniche, come la biocompatibilità, la somiglianza ai tessuti, la capacitò di lasciar passare ossigeno e nutrienti dall’ambiente esterno verso le cellule e la possibilità di assorbire gli essudati delle ferite. Possono inoltre essere modificati in diversi modi per ottenere proprietà formidabili, come l’adesione ai tessuti, la possibilità di rilasciare farmaci in maniera intelligente in risposta a uno stimolo o, addirittura, essere utilizzati per monitorare la guarigione di una lesione.

Le garze normali hanno lo svantaggio che, aderendo con forza al tessuto sottostante, durante la rimozione portano inevitabilmente all’abrasione meccanica della nuova pelle che si sta formando, rendendo in questo modo il processo incredibilmente doloroso. L’idrogel proposto da Mark Grinstaff e dai suoi collaboratori può invece essere rimosso in maniera completamente indolore, sciogliendolo con una soluzione di un derivato della cisteina, uno degli amminoacidi che compongono le nostre proteine.

Il medicamento che il gruppo di Grinstaff ha sviluppato è ottenuto tramite il mescolamento di due componenti fondamentali, un derivato della lisina (un altro amminoacido) e una seconda molecola che funziona da collante (in gergo tecnico, cross-linker). Queste molecole reagiscono insieme formando un gigantesco network tridimensionale, che dona al gel elasticità e resistenza meccanica ma che, al contempo, favorisce l’assorbimento di grandi quantità di acqua. In questo modo permette di mantenere la ferita umida, assorbendo contemporaneamente tutti i prodotti di scarto, ma proteggendola anche dalle infezioni batteriche, uno dei pericoli più grandi per gli ustionati gravi. Nel momento in cui sarà necessario cambiare la medicazione sarà sufficiente bagnarla con una soluzione di cisteina metil estere, che prendendo il posto della lisina distruggerà il network polimerico e permetterà la dissoluzione del gel senza provocare ulteriori traumi nel paziente.

Al momento bisognerà comunque aspettare qualche anno per una possibile applicazione clinica, dato che tutti i test sono stati condotti solo su dei modelli murini di ustioni di secondo grado: è ancora necessario condurre delle verifiche approfondite per essere sicuri che il prodotto sia sicuro per i pazienti. Sarà inoltre necessario ottimizzare la formulazione in modo da ottenere tempi di formazione e dissoluzione i più brevi possibili, un obiettivo purtroppo tutt’altro che banale.

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Giuseppe Alonci
Chimico e appassionato di divulgazione scientifica. Sono un dottorando all'Università di Strasburgo, dove mi occupo di chimica dei materiali applicati alla biomedicina. Scrivo articoli divulgativi per diverse realtà web e gestisco il canale youtube "La Chimica per Tutti".