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Adolescenti e problemi di peso

Quando le parole e i comportamenti esemplari possono scongiurare malattie come anoressia e bulimia

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Consumare i pasti insieme è una delle raccomandazioni per stimolare i ragazzi ad avere un atteggiamento sano verso il cibo. Crediti immagine: U.S. Department of Agriculture, Flickr

SALUTE – La prevenzione dell‘obesità e dei disordini alimentari comincia dalle parole con cui ci si rivolge a tutti gli adolescenti, non solo a quelli che hanno problemi di peso. Secondo le linee guida scritte dall’American Academy of Pediatrics, un approccio corretto potrebbe evitare l’insorgere di entrambe le condizioni durante l’adolescenza, una fase della vita in cui l’attenzione al peso corporeo aumenta.
Parlare di peso o dire a un adolescente “devi metterti a dieta”, possono innescare nel ragazzo una serie di comportamenti errati per perdere peso nel più breve tempo possibile. Vomitare, mangiare in modo sbilanciato per ridurre l’assunzione di calorie, fare uso di lassativi o di pillole per la perdita di peso sono tutti comportamenti legati una malattia, qual è l’anoressia, che possono sfuggire nel caso in cui un adolescente abbia sofferto di obesità. Nel caso di una persona sovrappeso infatti i rischi sono superiori: il ragazzo infatti apparirà agli occhi di genitori e medici con una massa corporea normale, mentre invece nasconde comportamenti dannosi per la sua salute. Su un campione di 100 adolescenti ammessi a un programma di trattamento per i disturbi alimentari, almeno 40 fanno parte di questa categoria con un’anoressia difficilmente diagnosticabile.
Le cinque raccomandazioni, che sono state appena pubblicate su Pediatrics, sono state dettate da evidenze scientifiche. Tre suggerimenti riguardano le espressioni che sarebbe bene evitare, quando si parla in presenza di un adolescente. Sono sconsigliate espressioni come “basta, è ora che tu ti metta a dieta” oppure “sono più vecchio di te, ma peso di meno”, “io alla tua età ero molto più magra”.
Le linee guida infatti invitano i genitori e i medici a non parlare di dieta con gli adolescenti. Imporre una dieta a un bambino di 10 – 11 anni aumenta le probabilità che possa sviluppare obesità più avanti nell’età, a 17 – 18 anni. Inoltre privare di calorie i bambini a quell’età potrebbe essere un rischio di farli cadere in quei problemi di salute di cui soffrono le persone con anoressia nervosa, che talvolta giungono addirittura in ospedale con segnali vitali instabili.
Come ulteriori  suggerimenti, l’American Academy of Pediatrics suggerisce di evitare di menzionare il proprio peso corporeo o quello dei ragazzi, soprattutto evitando confronti o canzonature. “Le madri che parlano del proprio peso corporeo o del proprio corpo senza rendersene conto invitano i loro figli a non essere soddisfatti del proprio aspetto fisico”, ha commentato in un comunicato Golden, il primo autore dello studio. La mancanza di accettazione del proprio aspetto è un fenomeno che riguarda la metà delle ragazze adolescenti e un quarto dei ragazzi. Quando scatta questo meccanismo nella testa degli adolescenti spesso si innescano comportamenti tipici dell’anoressia, oltre a più bassi livelli di attività fisica.
La stessa attenzione alla terminologia e alla comunicazione sarebbe utile anche nel caso degli adulti.

Gli altri due atteggiamenti consigliati invece sono proattivi, cioè suggeriscono ai genitori come comportarsi per promuovere un comportamento salutare. In primo luogo bisogna sedersi a tavola tutti insieme ed evitare di lasciare a casa gli adolescenti da soli durante l’ora dei pasti. Anche in questo caso infatti gioca un ruolo chiave il buon esempio. Poi bisogna incoraggiare i propri figli, fin da bambini, ad avere un adeguato rapporto con l’immagine del proprio corpo: non bisogna invitarli a perdere peso insomma, ma occorre fare di tutto perché mantengano una dieta bilanciata e facciano regolare attività fisica in nome del benessere.
Rispetto ai bambini, è più difficile aiutare gli adolescenti a mantenere un corretto peso corporeo. E infatti anche in Italia, secondo l’ultima rilevazione di Okkio alla Salute 2014 dell’Istituto Superiore di Sanità, il numero di bambini in sovrappeso o obesi sul totale della popolazione è in calo rispetto al passato.
Nel caso degli adolescenti invece, il valore si è mantenuto costante. Secondo i dati della European Health for All database, dell’Organizzazione Mondiale della  Sanità, dal 2006 al 2014 la percentuale di ragazzi di 15 anni obesi o sovrappeso in Italia è passata dal 23 al 22% per i maschi e dal 10 al 9% per le femmine. Anche i dati sull’attività fisica moderata o intensa sono allarmanti: praticano sport solo il 5% delle quindicenni e l’11% dei ragazzi della medesima età.
L’adolescenza è un’età in cui già è difficile accettare il proprio corpo e poi a questo si aggiunge il confronto con i pari. Ecco allora che è facile apprendere comportamenti errati per perdere peso, alternando periodi di anoressia a periodi di bulimia in un pericoloso circolo vizioso. Basta digitare sui social network la parola”anoressia” per trovare spunti dalle storie di ragazze cadute nella malattia.
Occorre sostituire i messaggi lanciati ai ragazzi, parlando loro più di benessere nel rapporto con il cibo e con lo sport, piuttosto che di diete e peso ottimale.

@AnnoviGiulia

Leggi anche: E se la dieta diventasse personalizzata?

Pubblicato con licenza Creative Commons Attribuzione-Non opere derivate 2.5 Italia.   

 

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Giulia Annovi
Mi occupo di scienza e innovazione, con un occhio speciale ai dati, al mondo della ricerca e all'uso dei social media in ambito accademico e sanitario. Sono interessata alla salute, all'ambiente e, nel mondo microscopico, alle proteine.