Il ritorno di Eymerich e la teoria degli psitroni
Lo avevamo lasciato sul letto di morte, intento a sognare futuri inquietanti, dopo una vita di battaglie contro eresie e complotti. Ora, dopo sette anni, è tornato.
STRANIMONDI – Stiamo parlando di Nicolas Eymerich, l’inquisitore catalano protagonista di una serie di romanzi e di racconti di grande successo, firmati dallo scrittore bolognese Valerio Evangelisti. L’ultimo romanzo della serie, Rex tremendae maiestatis (2010), si chiudeva proprio con la morte dell’inquisitore, avvenuta il 4 gennaio del 1399. Ma quest’anno Mondadori ha pubblicato un nuovo capitolo della saga, Eymerich risorge.
Titolo in parte ingannevole, poiché Eymerich non ritorna dalla morte: l’avventura è infatti ambientata nel 1374 ed è quindi precedente alla sua dipartita. Il tema della risurrezione è comunque centrale nel romanzo, e riprende molti fili narrativi tesi dallo scrittore bolognese nei libri precedenti.
Prolifico autore italiano, sia di romanzi sia di saggi, da sempre interessato alle contaminazioni fra generi diversi e all’uso della narrativa come strumento di riflessione sulla società, Evangelisti creò il personaggio di Eymerich ispirandosi al suo omonimo, teologo domenicano e inquisitore generale del Regno di Aragona del XIV secolo. Fra il 1994 e il 2010, l’Eymerich letterario ha affrontato eretici e indagato su fenomeni occulti, sostenuto da un’intelligenza affilata, da un’incrollabile fede nella Chiesa e da una determinazione non di rado sfociata nella crudeltà. Un vero e proprio antieroe, inflessibile nel punire i nemici della cristianità, machiavellico nel contrastare le astuzie e le ambiguità dei suoi avversari, cinico nello sfruttare le altre persone per raggiungere i suoi scopi.
Oltre alla riuscita caratterizzazione del protagonista, i romanzi di questo ciclo si distinguono anche per un’altra particolarità: si svolgono infatti su diversi piani temporali, in genere tre. Uno, quello più corposo, è proprio l’Europa del Trecento in cui si muove Eymerich. Uno scenario che l’autore riesce sempre a descrivere con vivida efficacia, combinando le sue profonde conoscenze storiche con un indubbio talento narrativo. Il medioevo di Evangelisti è estremamente verosimile senza essere didascalico – come invece accade in diversi romanzi storici – ma al tempo stesso è anche popolato da bizzarri fenomeni sovrannaturali. Gli altri piani temporali sono scorci di un presente alternativo e di futuri più o meno lontani, caratterizzati da atmosfere cupe e scenari di guerra globale, le cui vicende si intrecciano con le indagini dell’inquisitore catalano.
Diverse sfumature della letteratura fantastica si incontrano in queste storie, dalle suggestioni arcane tipiche di un certo low-fantasy alle svolte horror che accompagnano molte apparizioni sovrannaturali, dalla struttura classica della detective story fino alle atmosfere da fantascienza post-apocalittica.
L’aspetto interessante, soprattutto per noi di Stranimondi, è che il collante di tutti questi elementi è intriso di scienza. Evangelisti, infatti, costruisce una spiegazione razionale e il più verosimile possibile per tutti i fenomeni sovrannaturali che avvengono nel suo universo narrativo. Al centro di tutto ci sono gli psitroni, un tipo particolare di particelle subatomiche che permeano l’Universo e che, nello stato quantico, possono viaggiare più veloci della luce. Inoltre, l’attività delle sinapsi cerebrali può eccitarli, caricandoli così di informazioni. In sostanza, queste particelle consentono la trasmissione del pensiero, sia individuale sia collettivo, nel tempo e nello spazio. Un pensiero condiviso da molte persone può, grazie agli psitroni, assumere una sua forma definita. Così, nel mondo creato da Evangelisti, si spiegano i fenomeni sovrannaturali, fantasmi, mostri, demoni, fino ad arrivare alle divinità. Sono tutte creazioni dell’uomo, prodotti del suo immaginario collettivo che, tramite gli psitroni, prendono consistenza.
L’esistenza degli psitroni viene introdotta fin dal primo romanzo della saga – Nicolas Eymerich, Inquisitore (1994), vincitore del Premio Urania – tramite uno dei personaggi centrali della serie, il fisico Marcus Frullifer, e sebbene non vengano sempre citati nei romanzi successivi, essi rappresentano chiaramente l’ossatura su cui è costruito il mondo creato da Evangelisti.
Questa invenzione narrativa è strettamente legata alla visione materialistica che l’autore bolognese ha della storia. “Nulla di quanto avviene è dovuto a circostanze esterne, a un intervento divino od altre cose di questo tipo, bensì è frutto di rapporti materiali nelle diverse società”, ha dichiarato in un’intervista rilasciata a settembre. Il tutto si associa a una concezione, ispirata dalla scienza, del tempo come dimensione non necessariamente lineare, lungo la quale si svolge una successione di meccanismi di causa ed effetto.
Tutti questi temi ritornano in Eymerich risorge, dove si mescolano con il concetto di anima e di vita dopo la morte, creando così la base concettuale per un’avventura dell’inquisitore catalano che, dopo alcune storie poco convincenti, culminate proprio nel deludente Rex tremendae maiestatis, torna in grande forma, in un romanzo riuscito che non stona a confronto con i migliori della serie. In attesa del prossimo episodio.
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