SALUTE

I videogiochi e il controllo dell’obesità

“I bambini trascorrono metà del loro tempo davanti a uno schermo: il mio obiettivo è trovare dei modi per sfruttare smartphone, computer, televisioni e tablet per incorporare più attività fisica nelle loro vite”

SALUTE – I bambini in sovrappeso e non attivi fisicamente possono sviluppare segni precoci di malattie cardiache e diabete. Possono anche andare incontro a difficoltà quotidiane come asma, apnee notturne e altre disturbi fisici e psicologici. Ma secondo uno studio, pubblicato sulla rivista Pediatric Obesity, un aiuto nella lotta contro l’obesità infantile potrebbe venire dai videogiochi.

Amanda Staiano – direttrice del Laboratorio di Obesità e Salute Pediatrica del Pennington Biomedical Research Centre (Louisiana State University) – studia come stimolare l’attività fisica nei bambini a rischio obesità proprio attraverso la tecnologia. “I bambini trascorrono metà del loro tempo davanti a uno schermo: il mio obiettivo è trovare dei modi per sfruttare smartphone, computer, televisioni e tablet per incorporare più attività fisica nelle loro vite” – spiega la ricercatrice.

Lo studio recente conferma l’utilizzo di exergaming (ovvero giochi che prevedono una certa quantità di movimento fisico) come un possibile strumento per perdere peso, diminuire la pressione sanguigna e i livelli di colesterolo e aumentare l’attività fisica. La ricerca ha reclutato 46 ragazzini e ragazzine obesi o sovrappeso di 10-12 anni. Metà di loro sono stati assegnati a un gruppo “di gioco”, mentre l’altra metà al gruppo di controllo. Il primo gruppo è stato incoraggiato a seguire le raccomandazioni nazionali, che suggeriscono di praticare 60 minuti di attività fisica al giorno. I ragazzini hanno ricevuto una Xbox 360, dotata di un Kinect e di quattro videogiochi (Your Shape: Fitness Evolved 2012, Just Dance 3, Disneyland Adventures e Kinect Sports Season 2). La sfida era quella di completare tre sessioni di gioco da un’ora a settimana per sei mesi, insieme ad amici e familiari. L’attività fisica è stata tracciata attraverso un dispositivo Fitbit e i progressi sono stati monitorati dai ricercatori del Pennington Biomedical tramite video chat periodiche.

21 delle 23 famiglie del gruppo di gioco hanno completato i sei mesi del programma, con una partecipazione alle sessioni pari al 94% da parte di ragazzini e genitori. Alla fine di questo periodo, le condizioni dei ragazzi sono risultate diverse rispetto a quelle del gruppo di controllo. I ragazzini che hanno giocato regolarmente hanno riportato una diminuzione dell’indice di massa corporea (BMI) pari al 3% e una diminuzione del livello di colesterolo di sette percentili (è rientrato quindi all’interno di un range considerato sano). Nel gruppo di controllo il BMI è aumentato dell’1% e il colesterolo è aumentato di sette percentili, raggiungendo valori che corrispondono alla condizione borderline per l’ipercolesterolemia. Come atteso, il livello di attività fisica è diverso nei due gruppi: nei ragazzini del gruppo di gioco la pratica è aumentata del 10%, mentre nel secondo gruppo è diminuita del 22%. Anche a livello psicologico, sono stati osservati dei benefici per i primi: i ragazzi coinvolti nel gioco hanno mostrato una maggiore autoefficacia, ovvero una maggiore convinzione riguardo la propria capacità personale nel mettere in atto un comportamento e ottenere un risultato.

In Italia nel 2016 i bambini in sovrappeso erano il 21,3%, gli obesi il 9,3% (fonte: Sistema di Sorveglianza OKkio alla Salute). Nonostante la percentuale sia diminuita rispetto all’anno precedente, abitudini alimentari e gli stili di vita continuano a incidere negativamente su questa tendenza. Secondo quanto emerso dall’indagine promossa dal Ministero della Salute e coordinata dall’Istituto Superiore di Sanità, il 23,5% dei bambini svolge giochi di movimento non più di 1 giorno a settimana e il 33,8% svolge attività fisica strutturata con la stessa frequenza. Solamente un bambino su quattro si reca a scuola a piedi o in bicicletta, mentre il  41% guarda la TV e/o gioca con i videogiochi/tablet/cellulari per più di 2 ore al giorno.

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Francesca Camilli
Comunicatrice della scienza e giornalista pubblicista. Ho una laurea in biotecnologie mediche e un master in giornalismo scientifico.