WHAAAT?

Falene, anche per loro l’unione fa la forza

Meno appariscenti delle farfalle, forse le falene non sono solitarie come si pensava. Vederle in massa potrebbe significare che stiamo assistendo a una strategia difensiva contro i predatori.

WHAAAT? Il venerdì casual della scienza – Se pensiamo agli insetti sociali, di sicuro ci immaginiamo api e formiche. Non certo le falene, che seppur impegnate a volte in importanti migrazioni, sono generalmente solitarie. Notarne una dozzina in un primo albero cavo poteva sembrare curioso. Ma trovare cento Idia lubricalis nell’albero cavo successivo e quattrocento in un altro ha senza dubbio colpito il lepidotterologo del Florida Museum of Natural History Andrei Sourakov – entomologo specializzato nello studio di farfalle e falene.

In ognuna delle sue osservazioni le falene erano tutte orientate verso la cima dell’albero e lontane dalla luce. Erano posate in silenzio, ognuna leggermente discosta dalle altre: erano presenti sia maschi che femmine, ma nessuna si stava accoppiando, e nessuna larva si stava nutrendo all’interno del tronco, per quanto gli esemplari che si trovano ancora a uno stadio immaturo dello sviluppo mangino corteccia e altri materiali organici. Sembrava che le falene si riposassero in massa, aspettando l’arrivo della notte.

Idia lubricalis: può sembrare poco appariscente, ma è l’anima della festa (Cortesia immagine: John B., Wikimedia Commons)

“Si tratta di una cosa completamente nuova”, secondo Sourakov, coordinatore della collezione del McGuire Center for Lepidoptera and Biodiversity presso il museo.

“Nessuno ha mai documentato la tendenza a utilizzare posatoi comuni durante il giorno da parte delle falene. Questo sembra essere un comportamento unico in questa specie e una parte importante della sua biologia”. Le sue osservazioni sono state pubblicate sulla rivista Tropical Lepidoptera Research.

I riposini comuni? Sono atipici per le falene

Solo poche specie di farfalle e falene sono note per raccogliersi in gruppi, le più famose sono le farfalle monarca, che convergono a milioni in Messico ogni inverno. Alcune specie del genere Heliconius si posano in piccoli gruppi di una dozzina di individui durante la notte, e diverse specie di lepidotteri trovano riparo insieme in punti più freschi per fuggire dal calore estivo.

Il comportamento osservato da Sourakov, però, sembra essere il primo esempio conosciuto di falene che si radunano durante il giorno, apparentemente per dormire, più simile a quanto viene osservato nei pipistrelli, tra i principali predatori di questi insetti.

Non è ancora chiaro il motivo per cui le falene si radunino in questo modo, secondo Sourakov potrebbe trattarsi di una strategia di difesa basata sul numero: “l’unione fa la forza”. Verso la fine dell’estate, diversi ragni costruiscono le loro tele all’interno delle querce rosse cave, ma pochi predatori non hanno alcuna speranza di lasciare il segno in una popolazione di centinaia di falene.

Un gran numero di prede situate in uno spazio ristretto rappresentano un contesto impegnativo per i predatori: i ragni, per esempio, dovrebbero continuamente riparare le loro tele strappate da così tante falene. La percentuale di esemplari persi, poi, non sarebbe abbastanza significativa da indebolire la popolazione.

“L’unione fa la forza” non significa che ognuno è salvo, ma che la popolazione lo è.

“Le farfalle monarca sono gli insetti più celebri al mondo grazie al loro sorprendente comportamento, eppure qui in Florida, a circa 15 minuti a nord di Gainesville, si può trovare qualcosa di altrettanto interessante dal punto di vista biologico”, sottolinea Sourakov.

“Anche l’esatta identità di questa specie di falena è poco chiara e aspetta di essere descritta. Non è necessario avventurarsi in luoghi esotici per fare scoperte”. Infatti, questa settimana ha scoperto un altro “party di falene” in un albero cavo all’interno del campus universitario. Insomma, è il caso di dirlo: se non vai alla festa, è lei a venire da te…

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Giulia Negri
Comunicatrice della scienza, grande appassionata di animali e mangiatrice di libri. Nata sotto il segno dell'atomo, dopo gli studi in fisica ha frequentato il Master in Comunicazione della Scienza “Franco Prattico” della SISSA di Trieste. Ama le videointerviste e cura il blog di recensioni di libri e divulgazione scientifica “La rana che russa” dal 2014. Ha lavorato al CERN, in editoria scolastica e nell'organizzazione di eventi scientifici; gioca con la creatività per raccontare la scienza e renderla un piatto per tutti.