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Piccola guida per chi ama le api

Quello di Sarah Wyndham Lewis è un libro che parla di api, del rapporto tra la nostra e le loro specie, ma soprattutto di come imbastire spazi verdi che siano per loro accoglienti e funzionali.

Non è un buon momento per essere un’ape: inquinamento, pesticidi, perdita dell’habitat, malattie, parassiti. Se per tutelarle su larga scala possiamo sperare in assennate regolamentazioni dall’alto – come il veto dell’Unione Europee sull’utilizzo di neonicotinoidi che a inizio anno ha seguito una valutazione dell’EFSA sulla salute delle api -, c’è qualcosa che possiamo fare noi, come cittadini e magari proprietari di giardini e spazi verdi?

Sì secondo Sarah Wyndham Lewis, autrice del libro Piccola Guida per Chi Ama le Api. Consigli per creare l’ambiente adatto alla loro sopravvivenza (Armenia 2018, 144 pagine, 12,50 €). Un libro che parla di api, del rapporto di lunga data tra la nostra e le loro specie, dei prodotti di questi piccoli insetti come miele, propoli e cera e di come imbastire spazi verdi che siano per loro accoglienti e funzionali.

Meno estetica, più funzionalità

La vita di Wyndham Lewis è stata a dir poco rivoluzionata dalle api quando il marito, agente di cambio, ha deciso di iniziare con l’apicoltura. E i piccoli insetti hanno cambiato la quotidianità di entrambi, comparendo prima sul tetto della loro casa londinese – un urban beekeping che, diventato di gran moda, ha rapidamente rivelato i suoi problemi– poi nel giardino di quella nel Suffolk.

Non ci è voluto molto perché entrambi decidessero di dedicarsi a questa attività, con uno sguardo il più possibile razionale. Un dettaglio: Wyndham Lewis è allergica alle punture di api.

Uno degli elementi che hanno portato l’autrice a scrivere il libro è proprio che pochi hanno le idee chiare su che aspetto dovrebbe avere un giardino su misura di ape e soprattutto su quali specie vegetali dovrebbe ospitare, per non essere un angolo verde solo decorativo ma nutritivo. Un bravo apicoltore deve essere oggi anche un custode delle api, scrive l’autrice, ma questo non significa che noi tutti non possiamo dare una mano nel nostro piccolo.

Il giardino perfetto (ma non da copertina)

Come ha dimostrato l’esplosione di alveari londinesi – in aree urbane dove c’erano fin troppi insetti per poche risorse alimentari, dunque poco miele – l’improvvisazione non è buona consigliera nell’apicoltura e un giardino/ tetto/ balcone bee friendly andrebbe allestito con cura.

Non come si progetta un’aiuola da rivista ma tenendo a mente che il verde, anche quello “domestico” dei nostri giardini, dovrebbe rispettare la natura e sostentarla. Le stesse piante che sceglierete vanno messe a dimora con cura e pazienza, informandosi sulle loro necessità e mappando le zone di luce e ombra del vostro spazio verde per trovare le posizioni più adatte a ogni specie.

Tra gli appassionati di giardinaggio vanno ad esempio sempre più di moda le piante esotiche, molto colorate e appariscenti ma spesso poco adatte come fonti di cibo per le api europee. Così giardini splendidi a vedersi risultano alla fine banchetti assai scarni e la guerra contro le “erbacce”, estirpando magari il tarassaco, toglie risorse preziose alle piccole foraggiatrici.

Il libro di Wyndham Lewis è una lettura breve ma densa di informazioni, che dopo un’introduzione al “mondo delle api” si trasforma in una concisa guida al giardinaggio in base all’ambiente che avete a disposizione, da terrazzi e balconi fino a grandi giardini, tetti e terrazze verticali. Lo consigliamo se avete a disposizione uno spazio verde da riempire, ma anche se volete reinventare quello che avete per attirare (e aiutare) le api.

E per approfondire questi insetti anche sotto altri punti di vista, vi ricordiamo il libro di Mark Winston Il tempo delle api (Il Saggiatore, qui la nostra recensione) e quello di Randolf Menzel e Matthias Eckoldt, L’intelligenza delle api (Raffaello Cortina Editore, qui la nostra recensione).


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Eleonora Degano

Eleonora Degano

Editor, traduttrice e giornalista freelance
Biologa ambientale, dal 2013 lavoro nella comunicazione della scienza. Oggi mi occupo soprattutto di salute mentale e animali; faccio parte della redazione di OggiScienza e traduco soprattutto per National Geographic e l'agenzia Loveurope and Partners di Londra. Ho conseguito il master in Giornalismo scientifico alla SISSA, Trieste, e il master in Disturbi dello spettro autistico dell'Università Niccolò Cusano. Nel 2017 è uscito per Mondadori il mio libro "Animali. Abilità uniche e condivise tra le specie".