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Mary Keller, la suora con la vocazione per l’informatica

Suor Mary Keller è stata la prima persona a ottenere un dottorato di ricerca in informatica e ha contribuito allo sviluppo del celebre linguaggio di programmazione BASIC

Come trascorre le sue giornate una suora? Pregando, prestando assistenza alle persone bisognose e impegnandosi in altre attività caritatevoli. Questa è, nella maggior parte dei casi, la risposta corretta. Con alcune significative eccezioni.
Negli anni Cinquanta e Sessanta del Novecento, quando i computer erano enormi armadi ricoperti di leve e pulsanti, una suora trascorreva le sue giornate programmando.

Prima persona in assoluto a ottenere un dottorato di ricerca in informatica, Suor Mary Keller ha contribuito a sviluppare il BASIC, linguaggio di programmazione che ha segnato una svolta nell’evoluzione dei personal computer, consentendo a chiunque di scrivere software. Non è stata soltanto una suora fuori dagli schemi, ma anche e soprattutto una scienziata visionaria, in grado di preconizzare l’avvento di Internet e comprendere in netto anticipo sui tempi l’importanza degli strumenti informatici in ambito sociale, culturale ed educativo. Non solo. Sostenitrice della piena parità di genere, nel corso della sua vita ha lavorato per consentire il libero accesso delle donne alla computer science.

Dalla chiamata al BASIC

Mary Kenneth Keller nasce a Cleveland, in Ohio, nel 1913. Dei primi anni della sua vita non si sa quasi nulla; quel che è certo è che nel 1932, non ancora diciannovenne, decide di entrare a far parte della congregazione cattolica delle Suore della Carità della Beata Vergine Maria, con sede nella cittadina di Dubuque, nello Iowa. Vi resta fino al 1940, anno in cui prende i voti. Assieme alla vocazione religiosa suor Mary ne coltiva da sempre un’altra: quella per la scienza. Le consorelle le consentono di iscriversi alla DePaul University di Chicago, dove nel 1943 consegue una prima laurea in matematica. Alcuni anni dopo, nel 1953, otterrà la specializzazione in matematica e fisica.

Negli anni Cinquanta, Mary Keller inizia a interessarsi a una disciplina completamente nuova, l’informatica. Nel 1958 è la prima donna a ottenere un incarico presso il centro di calcolo del Dartmouth College, nel New Hampshire, da sempre aperto ai soli uomini. Il fatto di avere una suora come collega suscita l’iniziale perplessità dei ricercatori del centro, ma Keller si rivela da subito una brillante programmatrice, fugando così ogni dubbio sul suo diritto di trovarsi lì. All’inizio degli anni Sessanta, la donna avvia una proficua collaborazione con John George Kemeny e Thomas Eugene Kurtz, due ricercatori che in quel periodo stanno lavorando allo sviluppo del BASIC (Beginner’s All-purpose Symbolic Instruction Code), un nuovo linguaggio di programmazione destinato a rivoluzionare il mondo dell’informatica. Progettato per consentire a chiunque di imparare a programmare, negli anni Settanta e Ottanta il BASIC contribuirà in modo significativo alla diffusione e al successo dei personal computer in fasce sempre più ampie della popolazione.

Il dottorato e il lavoro al Clarke College

Dopo anni di studi e ricerche, a 51 anni suor Mary Keller ottiene un dottorato di ricerca in Informatica presso l’Università del Wisconsin-Madison. Consegue il titolo il 7 giugno 1965, lo stesso giorno di un giovane studente, Irving Che-Hong Tang, che discute la sua tesi alla Washington University di St. Louis. Keller non è quindi solo la prima donna al mondo a ottenere questo titolo, ma anche la prima persona in assoluto, in contemporanea con Tang. La sua tesi di dottorato, scritta utilizzando il linguaggio di programmazione CDC FORTRAN 63, si intitola “Inferenza induttiva sui modelli generati dal computer” ed è dedicata alla costruzione di algoritmi per la risoluzione di equazioni differenziali.

Dopo aver conseguito il dottorato di ricerca, Keller ottiene un posto da docente presso il Clarke College di Dubuque, nello Iowa, istituto cattolico per sole donne fondato e gestito dalle Suore della Carità della Beata Vergine Maria. Qui crea uno dei primi dipartimenti di informatica degli Stati Uniti, che dirigerà per quasi vent’anni. Professoressa rigorosa e appassionata, diventa ben presto un punto di riferimento per le sue studentesse e per tutti gli appassionati di informatica, che la soprannominano “il computer di Clarke”.

Vocazione e visionarietà

La passione per l’informatica di Mary Keller non è mai svincolata dalla fede e dalla vocazione religiosa. Tutt’altro. Dal fitto carteggio epistolare con le consorelle, emerge come per lei il computer non sia altro che uno strumento per esercitare le proprie virtù cristiane, in primis la pazienza e l’umiltà, fondamentali nel lavoro di programmazione.

Donna visionaria e in anticipo sui tempi, prevede l’esplosione della società dell’informazione, gli sviluppi dell’intelligenza artificiale, la connessione delle persone attraverso i computer, la digitalizzazione massiva dei dati, la centralità degli elaboratori elettronici nella gestione dei database di biblioteche, aziende ed enti pubblici. Molti anni prima della diffusione di Internet, riconosce il potenziale dei computer nel rendere le informazioni accessibili a tutti: “Stiamo assistendo a una vera e propria esplosione di informazioni; è ovvio che serviranno solo se saranno disponibili al maggior numero possibile di persone”.

Keller considera il computer “il più grande strumento interdisciplinare che sia mai stato inventato”, ne prevede l’importanza in ambito educativo e istituisce un corso di laurea per lo sviluppo di applicazioni informatiche nell’istruzione. Tra le altre cose, contribuisce a fondare la Association of Small Computer Users in Education ed è tra i primi docenti a utilizzare il BI-TRAN SIX, elaboratore elettronico pensato specificamente per insegnare i rudimenti della programmazione agli studenti di informatica. Si adopera inoltre per abbattere ogni possibile discriminazione di genere. Da direttrice e docente del dipartimento di informatica del Clarke College, sostiene attivamente non solo le studentesse più giovani, ma anche le lavoratrici e le madri, incoraggiandole a portare in classe i loro figli.

Suor Mary Keller muore nel 1985, all’età di 71 anni. Nella casa di cura in cui trascorre l’ultimo periodo della sua vita, malata di cancro, porta con sé un Apple IIe, che utilizza per tenere un corso di informatica agli altri ospiti della struttura e per scrivere un programma per la gestione e il monitoraggio dei pasti.

In suo onore il Clarke College – oggi Clarke University – ha istituito la borsa di studio in informatica Mary Kenneth Keller e ha ribattezzato il centro informatico dell’istituto Keller Computer Center and Information Services.


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Articolo pubblicato con licenza Creative Commons Attribuzione-Non opere derivate 2.5 Italia.   

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Simone Petralia
Giornalista freelance. Amo attraversare generi, discipline e ambiti del pensiero – dalla scienza alla fantascienza, dalla paleontologia ai gender studies, dalla cartografia all’ermeneutica – alla ricerca di punti di contatto e contaminazioni. Ho scritto e scrivo per Vice Italia, Scienza in Rete, Micron e altre testate. Per OggiScienza curo Ipazia, rubrica in cui affronto il tema dell'uguaglianza di genere in ambito scientifico attraverso le storie di scienziate del passato e del presente.