La dipendenza da Internet #2
Sempre più spesso usiamo parole importate dalla psicologia, ma qual è esattamente il loro significato? Scopriamolo con Bates Corner, il glossario minimo di psicologia
Più del 50% della popolazione mondiale usa Internet. Secondo le stime dell’International Telecommunication Union (ITU), nel 2005 usava Internet solo il 16,8% della popolazione mondiale. Nel 2019, il 53,6%, cioè circa 4 miliardi di persone. Secondo i dati Istat, in Italia nel 2018, circa il 70% della popolazione con più di 6 anni fa accesso alla rete e più della metà usa Internet ogni giorno. La fascia di età più attiva è quella dai 25 ai 44 anni.
Come per ogni tecnologia dalle caratteristiche così pervasive, anche l’accesso alla rete ha cambiato nel tempo le abitudini, i comportamenti e il modo di accedere alle informazioni e a ciò che si desidera. E come per ogni rivoluzione così totalizzante, è possibile fare una lunga lista di aspetti e conseguenze positive, ma anche di risvolti patologici e negativi. Sin dagli albori del World Wide Web, nell’ambito della psichiatria si è incominciato a parlare di dipendenza da Internet. Il primo a coniare l’espressione Internet Addiction Disorder è lo psichiatra americano Ivan Goldberg, che nel 1995 per definire questa dipendenza “senza sostanza”, prende come modello patologico di riferimento la dipendenza dal gioco d’azzardo.
Chi soffre di dipendenza da Internet ha la necessità di essere sempre connesso e trae soddisfazione quando esaudisce questo desiderio. Se l’abuso viene interrotto, la persona si agita e comincia a sviluppare pensieri ossessivi o sogni su ciò che sta accadendo in rete. L’incapacità di interrompere o ridurre questo tipo di attività, fa perdere l’interesse per tutte le altre e il soggetto comincia ad abbandonare le relazioni interpersonali, a sostituire il mondo reale con uno virtuale e sviluppare una sedentarietà con sintomi fisici precisi (dolori alla schiena, problemi alla vista, prolungata inattività fisica, etc…). A livello cognitivo, la persona che soffre di questa dipendenza ha pensieri disfunzionali su di sé e sugli altri, si sente inadeguata, sviluppa una bassa autostima e presenta disturbi dell’umore e d’ansia.
Questa tipologia di dipendenza “senza sostanza” comprende varie forme di cyberdipendenza. In questo video parliamo di dipendenza da shopping compulsivo online (online shopping addiction) e di dipendenza da ricerca di informazioni (information overload). Questo video fa parte della serie dal titolo Bates Corner, Glossario minimo di psicologia, in onore di Norman Bates, il protagonista della serie di romanzi Psycho di Robert Bloch, che molti conoscono per l’adattamento cinematografico Psyco di Alfred Hitchcock (1960).
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