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Che cos’è la dissonanza cognitiva?

Sempre più spesso usiamo parole importate dalla psicologia, ma qual è esattamente il loro significato? Scopriamolo con Bates Corner, il glossario minimo di psicologia

“So che fumare fa male, ma se smetto ingrasso, allora tanto vale…”. “Oggi non sono andato in palestra, ma per una volta, non cambierà molto…”. Quante volte ci capita di autogiustificarci per sentirci meglio? Quante volte ci accorgiamo che i pensieri o i giudizi, di cui siamo profondamente convinti, siano in conflitto tra loro? Oppure che quello che ci troviamo a fare sia incoerente rispetto a quello che pensiamo?

In psicologia, quando l’incompatibilità dei pensieri o dei comportamenti causa disagio e tensione, si parla di dissonanza cognitiva.

La dissonanza cognitiva, prima di diventare, nel 1957, una teoria della psicologia sociale per opera dello psicologo e sociologo statunitense Leon Festinger, si sarebbe potuta spiegare con la favola di Esopo La volpe e l’uva

«Una volpe affamata, come vide dei grappoli d’uva che pendevano da una vite, desiderò afferrarli ma non ne fu in grado. Allontanandosi però disse fra sé: «Sono acerbi». Così anche alcuni tra gli uomini, che per incapacità non riescono a superare le difficoltà, accusano le circostanze»

La dissonanza, quindi, che si produce tra il desiderio della volpe di mangiare l’uva e la sua incapacità nel farlo, induce l’animale a cambiare il suo pensiero sull’oggetto del desiderio, sminuendo, di fatto, la sua importanza.

Per saperne di più, guarda questo video che fa parte della serie dal titolo Bates Corner, Glossario minimo di psicologia, in onore di Norman Bates, il protagonista della serie di romanzi Psycho di Robert Bloch, che molti conoscono per l’adattamento cinematografico Psyco di Alfred Hitchcock (1960).


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Articolo pubblicato con licenza Creative Commons Attribuzione-Non opere derivate 2.5 Italia.   

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Giulia Rocco
Pensa e produce oggetti multimediali per il giornalismo e l’editoria. L’hanno definita “sperimentatrice seriale”.