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Sport: allenarsi alla qualità

Il Covid-19 ci ha insegnato che allenarsi online è possibile. Ma come per la palestra, è importante controllare la qualità dell'allenamento proposto.

Mentre eravamo costretti in casa per limitare la diffusione del Coronavirus, siamo stati invitati dal Ministero della Salute a continuare a fare movimento. Per molti di noi i video tutorial di YouTube o gli esercizi proposti da app per smartphone sono stati la salvezza per non cedere alla sedentarietà.
Ora, salvo alcune eccezioni, è possibile frequentare di nuovo piscine e palestre o formare piccoli gruppi per allenarsi all’aria aperta.
Tuttavia alcuni di noi, per motivi economici o per la necessità di risparmiare tempo, continuano ad allenarsi online. Ma che differenze ci sono tra una lezione online e una in palestra in termini di efficacia?

L’allenamento online è efficace?

A livello scientifico non ci sono molti studi che misurano l’efficacia dell’allenamento online rispetto a quello in palestra. Sono ricerche limitate ad alcuni gruppi di persone, spesso caratterizzate da una storia di sedentarietà per differenti motivi. È il caso dello studio di Connolly del 2020 sulle donne in pre-menopausa, che hanno tratto beneficio da una sessione di training proposta a casa. O quello di Frimpong del 2019 che coinvolge donne in sovrappeso seguite nel loro allenamento a domicilio.

“L’invito a muoversi durante la quarantena ha portato molte persone a scoprire il benessere derivato dall’attività fisica”, ha dichiarato Antonio La Torre, professore associato presso la facoltà di Scienze Motorie dell’Università Statale di Milano e vice-presidente della Società Italiana di Scienze Motorie (SISMES). Questa è stata la forza dell’esercizio online.
“Se si cogliesse che lo sport è un investimento sulla propria salute per tutta la durata della vita, potremmo dire di aver imparato qualcosa dalla quarantena”.

Dunque torno in palestra o continuo online?

A ciascun esercizio a casa corrisponde un beneficio. Hammami e colleghi hanno tentato di riassumerli in un articolo apparso lo scorso aprile su Managing Sport and Leisure.
“In rete è possibile trovare di tutto. Ci sono proposte molto valide, ma anche esercizi e allenatori improvvisati”, ha spiegato La Torre. “Ciò che manca veramente negli esercizi svolti davanti alla TV è il controllo. Nessuno mi può dire se sto eseguendo l’esercizio più banale in modo corretto”.

Volendo si può continuare a fare sport usando ausili di tipo tecnologico. “Per evitare di strafare o di fare in modo sbagliato, il mio consiglio è quello di affidarsi almeno per un primo periodo a professionisti, come a un laureato in Scienze Motorie. E poi, anche continuando a casa, sarebbe importante ogni tre mesi fare un controllo della propria impostazione con l’aiuto di un personal trainer”.

Oltre a quello con l’allenatore, c’è un altro tipo di confronto: altrettanto importante: quello con le altre persone che frequentano la palestra. “Le palestre sono luoghi di aggregazione sociale. Inoltre il confronto con gli altri, se talvolta può essere frustrante, molto spesso è uno stimolo a migliorare”.
E la Worldwide Survey of Fitness Trends for 2020, lo conferma. L’esercizio di gruppo ha assunto un’importanza rilevante a partire dal 2017, tanto da entrare nei primi 10 argomenti di tendenza nell’ambito sportivo. Per il 2020, allenarsi in gruppo è diventato il secondo stile di tendenza in ambito fitness. L’allenamento di gruppo è considerato efficace e capace di aumentare la motivazione per numerosi tipi di sport.

Le proposte online di qualità durante la quarantena

Non sono mancate proposte online di qualità per continuare a allenarsi. I più creativi tra gli studenti e gli ex-studenti di Scienze Motorie hanno continuato a fare il personal trainer a distanza, con un telefonino video-collegato o tramite chiamate su Skype o Zoom. “Proposte come queste permettono di mostrare l’esercizio e controllare l’utente che lo esegue. Con tale modalità è possibile dare indicazioni per correggere e anche un incoraggiamento a insistere. È il fattore umano che fa la differenza”, ha commentato La Torre.

Un secondo esperimento richiedeva alle persone che desideravano di rimanere in movimento di svolgere esercizi assegnati come compiti. L’esercizio doveva essere svolto davanti a una webcam per registrare l’esecuzione.

Molte persone si sono sentite responsabilizzate dall’esecuzione di un compito”, ha dichiarato La Torre. “Molti hanno inviato buone registrazioni. Alcuni hanno ammesso di aver ripetuto l’esercizio più volte fino a quando non ottenevano risultati soddisfacenti per la registrazione”. È un meccanismo interessante, basato sul riconoscimento dell’autorevolezza del professionista che propone sequenze di allenamento basate su evidenze scientifiche.

Grazie alle tecnologie, è stato possibile continuare a proporre attività sportive anche agli studenti de La Statale. Quest’anno è stato proposto il Campionato di Facoltà Home Edition. C’erano sempre 10 squadre a misurarsi su diversi sport, con tanto di allenatore laureato a Scienze Motorie. Un telefonino era sufficiente per registrare le prestazioni e mandarle al vaglio dei giudici di gara.

Qualità nello sport: è anche questione di scienza
Nella pratica sportiva sia presso le società o le palestre che online è sempre importante cercare la qualità. “Si comincia con la sensibilità e l’attenzione dell’utente, che invito a informarsi sulle qualifiche professionali dell’operatore che lo seguirà”, ha spiegato La Torre.
“Stiamo cercando di formare nuovi giovani allenatori che mettono insieme buone pratiche basate sulle evidenze scientifiche, ma anche tanta attenzione in campo. La persona competente oggi è informata scientificamente e formata, ma è al contempo capace di conoscere il movimento, di fare e spiegare”.

Affidarsi a un professionista significa anche concedersi la possibilità di progredire. “Raggiunti certi livelli, il salto lo puoi fare solo se ti segue chi conosce bene come funziona la macchina umana. Gli esercizi devono diventare via via più difficili, ma sempre nel rispetto delle caratteristiche della persona. Un professionista fa attenzione alla motivazione e a far partecipare l’utente con consapevolezza in modo da evitare danni e contusioni”.


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Immagine: Pixabay

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Giulia Annovi
Mi occupo di scienza e innovazione, con un occhio speciale ai dati, al mondo della ricerca e all'uso dei social media in ambito accademico e sanitario. Sono interessata alla salute, all'ambiente e, nel mondo microscopico, alle proteine.