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A Trieste va in scena la scienza: al via ESOF 2020

Nei prossimi giorni si terrà a Trieste uno dei più importanti meeting scientifici europei, l'EuroScience Open Forum. Gli eventi dal 2 al 6 settembre.

Tutto pronto, a Trieste, per l’avvio dell’edizione 2020 di ESOF (EuroScience Open Forum), il meeting scientifico che la città giuliana ospiterà dal 2 al 6 di settembre a seguito dell’investitura, per quest’anno, di Città Europea della Scienza.

Un nuovo significato

L’evento, che di per sé rappresenta il più importante meeting scientifico europeo, assume quest’anno un significato ancora più marcato, come si intuisce dal motto scelto (‘Freedom for science, science for freedom’) e come conferma Stefano Fantoni, champion di ESOF2020: “abbiamo voluto fin da subito rimarcare l’importanza di una scienza priva di pregiudizi, di posizioni aprioristiche, che sia sempre curiosa e aperta a tutto. Una scienza che però è anche per la libertà, nell’accezione più generale di inclusione, che non guardi quindi alle differenze etniche, o religiose. Con l’avvento della pandemia l’evento ha però sicuramente acquistato un significato ulteriore: quello di comunicare il messaggio che la scienza che è presente nei momenti di crisi, pronta a dire la sua e a dare il suo contributo per la rinascita e per il miglioramento; è infatti importante ricordare che è anche grazie alla ricerca scientifica che le crisi possono essere foriere di miglioramento e innovazione”.

In quest’ottica, i macro-obiettivi della manifestazione scientifica, che si svolgerà prevalentemente nell’area del Porto Vecchio di Trieste, sono tre:

  • promuovere la scienza, la tecnologia e l’innovazione come fattori chiave per uno sviluppo sostenibile e responsabile incentrato sulle persone
  • stimolare le discussioni sulla scienza, le sue applicazioni e il suo impatto sulla società civile;
  • favorire lo sviluppo di una piattaforma attraverso la quale si possa promuovere il dialogo tra università e istituti di ricerca, portatori di interesse (compresi quelli privati) e governi.

Un rapporto, quello tra politica e scienza , che in Italia così come in altri Paesi vive momenti alterni di interazione proficua e di allontanamento, che però rischiano di mettere a repentaglio quanto di buono realizzato: “è importante che i decisori politi sappiano che la scienza c’è sempre, non solo in caso di emergenze, e può e deve essere utilizzata come uno strumento valido per favorire la crescita di un Paese e per affrontare il futuro, in modo da non ripetere errori fatti in passato – spiega infatti Fantoni – anche, non neghiamolo, dalla scienza stessa. Un esempio è stata la gestione di una situazione, per certi versi simile a quella odierna, vissuta ai tempi della diffusione della SARS [nel 2002-2003]. Forse gli studi sui virus (interrotti dopo che il ceppo virale si era indebolito e scomparso) fossero continuati, avremmo avuto più informazioni e strumenti per contrastare questa nuova pandemia”.

L’importanza di esserci

Una scienza quindi che, al di là di facili proclami, vuole far sentire la propria voce, ma che si è dovuta confrontare con una situazione sociosanitaria globale senza precedenti: “L’esplosione pandemica – spiega infatti Fantoni – è giunta nel momento in cui il programma di ESOF era fondamentalmente già definito. Ma mantenere tutto uguale, rendendo la manifestazione un momento per certi versi solo auto-celebrativo, sarebbe stata una sconfitta per la scienza”. Si è quindi deciso di agire a due livelli: “abbiamo dovuto innanzitutto modificare drasticamente l’assetto metodologico, digitalizzando molto di più di quanto fosse previsto, e istituendo una formula ibrida [eventi in presenza e in remoto] che presenta una forte connotazione sperimentale, nell’ambito di ESOF ma anche di molti congressi scientifici. Abbiamo poi aperto il panorama a ulteriori tematiche: durante la manifestazione si alterneranno analisi di carattere medico, scientifico, ma anche econmico, politico, sulla metodologia e gli scopi della ricerca scientifica…analisi che servono a una scienza che guarda al futuro, ma anche che si guarda dentro per capire come deve essere per avvicinarsi il più possibile ai bisogni del cittadino”.

Un evento per il pubblico, con il pubblico

Durante la manifestazione si assisterà poi a un vero e proprio esperimento di public engagement al tempo del COVID19: Science in the City, un festival parallelo che, attraverso centinaia di eventi realizzati a partire da luglio (e che si protrarranno anche ad ottobre, ben oltre la fine di ESOF2020), vuole avvicinare – un ossimoro solo apparente in quest’epoca di distanziamento sociale – cittadini e cittadine all’affascinante mondo della scienza.
“Praticamente tutti gli eventi programmati sono stati mantenuti – spiega Paola Rodari, Programme Manager del ‘Science in the City Festival’ – Quello che non è stato possibile è stato avere in presenza alcuni relatori provenienti da determinati Paesi, che però riusciranno a seguire gli eventi e intervenire da remoto. La maggior parte delle organizzazioni che hanno collaborato alla realizzazione del programma del Festival (circa un centinaio, tra comuni, istituti di ricerca, associazioni, gruppi teatrali, case editrici, fondazioni…) ha scelto poi il doppio binario costituito da eventi in presenza, ma corredati da diretta streaming”.
La situazione difficile ha poi ulteriormente stimolato la creatività di proponenti e organizzatori: è il caso della mostra Both ways, un esempio di interazione tra arte e scienza che, oltre che a Trieste, si svolgerà in contemporanea in diversi Paesi del centro-est Europa (in particolare Croazia, Romania e Serbia) per certi versi esaltando la connotazione mitteleuropea del capoluogo giuliano. “Infatti da Trieste – spiega Rodari – si potrà, tramite un collegamento diretto, visitare virtualmente anche le mostre organizzate negli altri Paesi”.
La natura multidisciplinare del Festival si traduce, infine, anche nel pubblico che mostre, laboratori e performance riescono ad attirare: “si tratta di pubblici sono molto più variabili ed eterogenei rispetto a quelli che si osservano tipicamente durante le manifestazioni scientifiche; così come il Festival unisce scienziate ed attori, poeti ed artiste, così anche il pubblico è variegato, per formazione, età, interessi”. Il Festival, ed ESOF, diventano così occasione, anche per il pubblico locale, di conoscere la città da punti di vista finora sconosciuti, favorendo lo scambio di informazioni tra gruppi diversi ed incrementando quel dialogo, quella discussione e quel reciproco scambio di conoscenze che sono cruciali per lo sviluppo scientifico.


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Immagine di Trieste: Pixabay

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Marcello Turconi
Neuroscienziato votato alla divulgazione, strizzo l'occhio alla narrazione digitale di scienza e medicina.