È tempo di aprire le palestre nelle scuole
La scuola apre i battenti tra poco. Tutto il personale scolastico è pronto a seguire regole dettagliate per garantire la sicurezza tra i banchi. Già fortemente penalizzate durante il lockdown, restano invece un po' scarne le informazioni che riguardano le ore di educazione fisica.
Con tutte le limitazioni riguardanti le attività di gruppo, il distanziamento e la sanificazione degli attrezzi, le possibilità per gli insegnanti di educazione fisica paiono alquanto ridotte.
Eppure sono noti i benefici in termini di salute e educazione alla salute che sono collegati all’attività scolastica. Ne è un esempio il commento apparso su Obesity, che denuncia il rischio obesità tra bambini e giovani in seguito alla chiusura delle scuole dovuta al Covid-19. Uno studio recente, apparso su BMC e correlato al programma Fit to study, sembra dimostrare che una vigorosa attività fisica tra i 12-13 anni sia in grado di stimolare cambiamenti positivi a livello cerebrale e di migliorare le funzioni cognitive. L’analisi apparsa su European Physical Education Review sottolinea l’importanza dell’educazione fisica anche per sviluppare competenze personali e sociali.
Nel documento per la pianificazione delle attività scolastiche, che racchiude tutte le indicazioni del Ministero dell’Istruzione per la riapertura delle scuole, c’è solo un accenno alle attività sportive al chiuso. Nelle palestre, “dovrà essere garantita adeguata aerazione e un distanziamento interpersonale di almeno 2 metri”. Sconsigliati i giochi di squadra e gli sport di gruppo.
Quali sono dunque le proposte per attività fisiche individuali? Cosa accade al cambio dell’ora, quando nello spogliatoio e in palestra si scambiano rapidamente due classi diverse e tutto deve essere igienizzato?
Il MIUR non si pronuncia. L’unica nota presente sul sito fa riferimento alle società sportive: queste ultime possono continuare a usare le palestre scolastiche per le loro attività pomeridiane. Purché puliscano e igienizzino tutto al termine delle attività.
Qualcuno ha già avanzato proposte per la ripartenza?
Dato che il lockdown ha portato a una vera e propria rivoluzione nella digitalizzazione della scuola, molto dibattuta è l’introduzione delle tecnologie nell’insegnamento dell’educazione fisica. Nell’articolo apparso su Curriculum Studies in Health and Physical Education, i ricercatori propongono l’introduzione delle tecnologie per aumentare motivazione e partecipazione degli studenti all’attività motoria. Una proposta analoga appare sullo European Journal of adapted physical activity. I progressi della tecnologia disponibile potrebbero consentire nuove opzioni di insegnamento. Ad esempio, si potrebbero raggruppare i bambini in diverse stanze virtuali con interazioni di gruppo più piccole. Un’organizzazione delle lezioni con tale modalità potrebbe favorire anche l’osservazione e il feedback personalizzato. What’s new in adapted physical education propone molte attività di “adattamento” nel blog e nei podcast.
Molto attivo ai tempi del lockdown con la proposta di attività didattiche online, il sito del CAPDI (Confederazione delle Associazioni laureati ISEF e laureati in Scienze Motorie) ha già espresso alcune riflessioni sulla ripartenza.
L’orario andrebbe riorganizzato con una didattica flessibile che ammortizzi il tempo perduto in spostamenti e sanificazione. Andrebbero proposti laboratori, in cui apprendere l’importanza e la bellezza dello sport.
Il documento sottolinea come la possibilità di svolgere attività nelle palestre sia molto condizionata dallo stato e dall’organizzazione degli spazi stessi.
Le palestre ai tempi del Covid-19
Facciamo una premessa. Il patrimonio scolastico italiano è principalmente composto da edifici costruiti prima del 1975. Hanno criteri tecnologici tipici del loro tempo di costruzione. Sono conformi a bisogni educativi diversi da quelli attuali. È quanto emerge dall’Anagrafe dell’edilizia scolastica.
Nel triennio 2018-2020, lo Stato ha investito 50 milioni di euro per la messa in sicurezza o la costruzione di palestre. Sono nove le Regioni nelle quali verranno realizzate le 16 palestre nuove: Abruzzo, Basilicata, Campania, Emilia Romagna, Lombardia, Marche, Piemonte, Toscana, Umbria.
Un articolo, apparso nel 2020 su Sustainability, elenca i criteri e le valutazioni per rendere le nuove costruzioni sicure e adeguate ai bisogni delle comunità attuali.
Emerge un quadro complicato in Italia, con il 53,2% delle scuole che non hanno un certificato di idoneità statica, il 59,5% che non possiede un certificato di prevenzione incendi e il 53,8% che non ha un certificato di abitabilità.
Tra i dati riportati ci sono anche quelli del progetto SINPHONIE. Le analisi del progetto hanno permesso di stabilire metodologie e definire strumenti standardizzati per caratterizzare gli interni delle scuole e valutare i rischi per la salute per studenti e personale. E soprattutto, hanno messo in evidenza ambienti non proprio salubri dal punto di vista della qualità dell’aria.
Il rapporto conclude che molte scuole hanno livelli elevati di inquinanti atmosferici (sopra i valori guida raccomandati ci sono PM2,5, formaldeide, benzene e radon). Inoltre, il 67% delle scuole selezionate si trovava in prossimità di un asse di trasporto. Il 20% delle scuole opera con densità di occupazione inferiore a 2 m^2 / bambino; e il fumo è ancora consentito nel 5% delle scuole monitorate a livello europeo. Tale situazione è aggravante ai tempi del Covid-19.
La progettazione di nuovi spazi è dunque una priorità. I criteri per svilupparla sono sempre più espliciti. Tengono conto di diversi aspetti che vanno dall’organizzazione dello spazio ai parametri importanti per la salute.
I primi rientri a scuola
Cina, Danimarca, Norvegia, Singapore e Taiwan hanno linee guida più avanzate per la riapertura delle scuole. Hanno continuato a funzionare o sono le prime che hanno riaperto i battenti in seguito alla pandemia.
In Cina, la regolamentazione dell’ingresso a scuola post-Covid19 è stabilita con la pubblicazione di un articolo sul Journal of sport and science health. La proposta è di organizzare lezioni sfalsate per evitare gruppi troppo numerosi. Mettere disinfettante e postazioni per il lavaggio delle mani anche nelle palestre e giardini oltre che nelle aule. Si invitano i docenti a evitare pratiche sportive basate sul contatto o sullo scambio di attrezzi. E invece l’articolo propone una didattica innovativa, basata su internet o su classi virtuali. Anche i genitori sono coinvolti. Occorre lavare spesso gli indumenti dei ragazzi che frequentano le palestre. Ed è importante coinvolgere i propri figli in attività fisiche anche a casa.
Malgrado la chiarezza nelle misure precauzionali, alcune scuole non hanno permesso la ripresa delle attività di educazione fisica. Lo stesso è accaduto a Taiwan. Gli altri stati presi in esame, invece, hanno favorito le attività all’aperto e hanno suddiviso le classi in piccoli gruppi.
Tutti gli esperti sono concordi sull’importanza dell’educazione fisica nelle scuole. Anche ai tempi del Covid-19. Serve a mantenere sano il sistema immunitario. Malgrado le limitazioni, anche questa attività deve riprendere nelle scuole. Prendiamola come occasione per ripensare e innovare dalla didattica alle infrastrutture.
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