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PODCAST - in Melancholia, il film di Lars Von Trier del 2011, il corpo celeste omonimo (il Pianeta Melancholia, appunto) incombe sui protagoinsti nell’imminenza dell’impatto che distruggerà il nostro Pianeta. Il tema del film è la lucida attesa di un evento inevitabile e il regista gioca con un archetipo di paura moderna: lo scontro fra la Terra e un asteoride, come quello che milioni di anni fa esinse gli allora dominatori del pianeta, i dinosauri. Potrebbe un evento del genere annientare ora noi esseri umani? Matteo Soldi lo ha chiesto per noi Albino Carbognani, esperto di meteoriti dell'Osservatorio Astronomico della Val D'Aosta che ci ha raccontato anche della pioggia di meteoriti nei cieli di Chelyabinsk in Russia (e del recente passaggio di un mega-asteoide nei pressi della Terra). E gli studenti del master in comunicazione della scienza della SISSA di Trieste invece l'hano chiesto all'uomo della strada (qui potete guardare il video). Ascoltate il podcast e ne sentirete delle belle!
CRONACA - Planetary Resources, Inc. non esce da un film di fantascienza. È un'azienda americana che ha l'ambizione di portare le ricerce minerarie fuori dal nostro Pianeta. E questo pomeriggio alle 18.30 italiane (10.30 PDT) farà un annuncio che si potrà seguire in live streaming qui, con cui intende chiarire al pubblico le sue strategie per il futuro.
Qualche anticipazione la si può leggere in questo blog. L'azienda foramata da molti ex-NASA (ingegneri, planetologi e un astronauta), sembra seria. Il primo passo dovrebbe essere quello di mandare in orbita dei satelliti che individuino gli asteroidi papabili, il secondo quello di avvicinarsi agli asteroidi non per iniziare subito l'attività mineraria, ma per raccogliere piuttosto i materiali volatili emessi dagli asteroidi, l'acqua per esempio. Questo allo scopo di accumulare delle riserve da tenere nello spazio per la stazione spaziale e le eventuali missioni di esplorazione umana dello spazio. Solo la terza fase prevederebbe di iniziare effettivamente gli scavi (e una quarta di EVENTUALMENTE trarre profitto dagli stessi)
NOTIZIE - Non era una cometa, ma ciò che rimane di uno scontro fra asteroidi, quello che è gli astronomi hanno osservato l’anno scorso proprio oltre l’orbita di Marte e ora un team internazionale di scienziati provenienti da diversi istituti, fra i quali uno dei Max Planck (quello di Ricerca sul Sistema Solare) ma anche il Dipartimento di astronomia dell’Università di Padova, fra i tanti altri, ha ricostruito nei dettagli l’impatto, basandosi solo sulle tracce lasciate dall’evento a distanza di tempo. “Il paragone con il lavoro della polizia scientifica è calzante,” sorride Simone Marchi, fra gli autori dell’articolo che sarà pubblicato sulla rivista Nature domani, 14 ottobre. “Quello che abbiamo visto non è la collisione al momento della collisione. Abbiamo visto una specie di oggetto con una coda estesa, all’inizio scambiato con una cometa.” Presto alcuni scienziati negli Stati Uniti si sono resi conto che la coda di questa cometa era anomala, fatta a forma di X. Questo ha insospettito gli astronomi che hanno iniziato a indagare. “Per fare questo non abbiamo utilizzato un telescopio a terra, ma lo strumento OSIRIS a bordo della sonda Rosetta che nel momento in cui abbiamo fatto le osservazioni si trovava oltre l’orbita di marte. In questo modo avevamo una geometria di vista totalmente diversa.”