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Elogio del condom

SALUTE - Succede che a Trieste una farmacista si rifiuta di vendere preservativi perché, come insegna la dottrina cattolica, il fine dell’amore sessuale è la procreazione e “chi non vuole bambini, che si astenga”. Ci sembra inutile commentare l’estremismo e la velleità di una simile opinione, mentre è grave che la funzionaria di un esercizio di tutela della salute pubblica, concesso su licenza dello Stato, abdichi arbitrariamente, in nome delle proprie personalissime idee, al servizio sanitario che, per legge, deve svolgere verso i cittadini. I profilattici sono dispositivi medici, sottoposti al controllo del Ministero della Salute, e dovrebbe essere illegale rifiutarne la vendita. Di certo, un comportamento simile (peraltro, non è il primo caso, un altro era già esploso a Roma) meriterebbe provvedimenti da parte dell’Ordine: viola ripetutamente il codice deontologico del farmacista al cui articolo 1 si specifica che: “il farmacista deve svolgere il ruolo di educatore sanitario”, “essere sempre attento e sensibile alle necessità sociali e sanitarie” e “aggiornare costantemente le proprie conoscenze scientifiche”.