archivedirettiva

Paraben-free: cosa dice la legge

Anno dopo anno le etichette dei nostri più comuni prodotti da bagno vengono sistematicamente passate al setaccio per individuare la presenza di composti chimici reputati nocivi per la nostra salute.

Di tutta l’erba un fascio?

NOTIZIE - “BIG PHARMA: il crimine continua... LE ERBE MEDICINALI ILLEGALI IN EUROPA DAL 1° APRILE 2011- PROTESTIAMO!” – Un nuovo appello (scusate il link funziona solo se siete iscritti a Facebook) popola la rete, non posso che approfondire. Spiace dire che dopo averlo letto ho l’impressione che chi l’ha scritto non sembra nemmeno aver dato un’occhiata alla direttiva (seppur facilmente scaricabile qui, e qui trovate l’emendamento più significativo - o almeno non si è spinto oltre al comma 1. Leggendo la petizione infatti sembra che per comprare la camomilla dovremmo andare in farmacia. Per fortuna lo scenario reale si presenta meno catastrofico. L’appello si riferisce alla direttiva 2004/24/CE del parlamento europeo ed al suo successivo emendamento 2004/27/CE in materia di “medicinali vegetali tradizionali”. La normativa sancisce che entro il 1 aprile 2011 tutti i prodotti che desiderano essere registrati come medicinali naturali di origine vegetale dovranno adeguarsi alle norme oggi previste per tutti i farmaci allopatici in termini di sviluppo e qualità. Quindi, se si vuole registrare un prodotto di origine vegetale come farmaco, e pubblicizzarlo o definirlo avere proprietà medicinali, l’azienda che lo produce deve fornire alle autorità competenti una serie di dati chimico-fisici, biologici, microbiologici, farmacologici, tossicologici e di sperimentazione clinica che ne provino scientificamente la sicurezza, la qualità e l’efficacia, proprio come per tutti gli altri farmaci allopatici. Al tempo stesso, il medicamento a base di ingredienti vegetali deve essere prodotto seguendo gli stessi standard qualitativi di tutti gli altri farmaci. Il problema è che raccogliere questi dati e ottemperare alle specifiche di produzione è costoso, molto costoso e forse non tutti i produttori se lo possono permettere. Per questo qualcuno sospetta che così si finirà per favorire le multinazionali del farmaco (o le grosse aziende del settore erboristico, quelle con le spalle già abbastanza grosse da sostenere le spese) a scapito delle piccole aziende e si andrà verso una standardizzazione del mercato, con una riduzione della varietà di prodotti e ingredienti attualmente disponibile per i consumatori.