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Quanto ci costa sovvenzionare le fonti fossili?

AMBIENTE - Ridurre i sussidi alle fonti fossili. Una richiesta che arriva da più voci a partire dal mondo della ricerca fino a Legambiente. A fine novembre tre esperti delle energie rinnovabili hanno pubblicato una lettera su Nature in cui chiedono una moratoria sulla costruzione di nuove centrali elettriche tradizionali per investire, anche, nello sviluppo delle energie rinnovabili. Nel programma di azione della Commissione Europea per la politica ambientale al 2020 si sottolinea come l’eliminazione dei sussidi fiscali legati ai carburanti fossili potrebbe ridurre di oltre 25 miliardi di euro la spesa di 21 Stati membri. La tendenza globale, però, evidenzia una crescita delle fonti fossili. Le ultime stime dell’International Energy Agency sulle sovvenzioni alle fonti fossili si attestano intorno ai 630 miliardi di dollari, in crescita rispetto ai 523 del 2011 e ai 412 del 2010

Verso una strategia energetica nazionale? Forse.

AMBIENTE - Quattro obiettivi principali, sette priorità, 14 miliardi di euro all'anno in meno di bolletta energetica e 180 miliardi di investimenti, da qui al 2020, nella green economy e nei settori tradizionali. Sono questi i primi numeri della bozza in circolazione della Strategia Energetica Nazionale. Dopo anni di assenza, il ministero dello Sviluppo economico ha deciso di definire entro la fine del 2012 una prospettiva energetica di medio lungo termine. Prima di guardare al futuro, qualche dato sul bilancio attuale. Nel 2011 abbiamo consumato più di 346mila GWh di energia elettrica, il 62,8% proveniente da fonti tradizionali, il 24% da rinnovabili e il 13,2% importata dall'estero. Il piano allo studio prevede un'evoluzione del settore elettrico verso un mix incentrato su gas e rinnovabili, dove le rinnovabili, con un 38% atteso, saranno la prima componente del mix energetico. Altro punto chiave consiste nella diminuzione della dipendenza dall'estero. Gli interventi di efficienza energetica previsti, l'aumento delle rinnovabili e la maggiore produzione nazionale di idrocarburi dovrebbero contribuire a ridurre la quota di elettricità importata dal 13,2% al 6%. Nel complesso, leggendo le cento pagine del documento, le intenzioni sembrano buone. Per ogni settore energetico analizzato sono definiti obiettivi e risultati attesi. Purtroppo, però, non sempre le analisi sono accompagnate da misure attuative chiare o coerenti con l'obiettivo da raggiungere. Ma, ricordiamolo, si tratta solo di una bozza. Stay tuned!