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Verso una strategia energetica nazionale? Forse.

AMBIENTE – Quattro obiettivi principali, sette priorità, 14 miliardi di euro all’anno in meno di bolletta energetica e 180 miliardi di investimenti, da qui al 2020, nella green economy e nei settori tradizionali. Sono questi i primi numeri della bozza in circolazione della Strategia Energetica Nazionale.
Dopo anni di assenza, il ministero dello Sviluppo economico ha deciso di definire entro la fine del 2012 una prospettiva energetica di medio lungo termine.
Prima di guardare al futuro, qualche dato sul bilancio attuale. Nel 2011 abbiamo consumato più di 346mila GWh di energia elettrica, il 62,8% proveniente da fonti tradizionali, il 24% da rinnovabili e il 13,2% importata dall’estero.
Il piano allo studio prevede un’evoluzione del settore elettrico verso un mix incentrato su gas e rinnovabili, dove le rinnovabili, con un 38% atteso, saranno la prima componente del mix energetico. Altro punto chiave consiste nella diminuzione della dipendenza dall’estero. Gli interventi di efficienza energetica previsti, l’aumento delle rinnovabili e la maggiore produzione nazionale di idrocarburi dovrebbero contribuire a ridurre la quota di elettricità importata dal 13,2% al 6%.
Nel complesso, leggendo le cento pagine del documento, le intenzioni sembrano buone. Per ogni settore energetico analizzato sono definiti obiettivi e risultati attesi. Purtroppo, però, non sempre le analisi sono accompagnate da misure attuative chiare o coerenti con l’obiettivo da raggiungere. Ma, ricordiamolo, si tratta solo di una bozza. Stay tuned!

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