CRONACA - Faccio subito ammenda... Non appena pubblicato il lancio di Science Insider (poco fa, vedete il pezzo qui sotto...) uno dei pronti fisici della SISSA mi ha subito scritto bacchettandomi. Mi cospargo il capo di cenere e ringrazio i nostri watchdog. Così mi scrive Stefano Liberati, astrofisico della SISSA di Trieste:
Ti confesso che credo che da parte nostra ci dovrebbe essere più cautela rispetto a siti popolari. Quello di Science Insider è un gossip anonimo, non ci sono dati ufficiali.
Guarda per esempio come da la notizia il blog di Nature...
Nota che ci sono due possibili correzioni trovate dalla collaborazione di Opera che vanno in direzione opposta nel correggere il risultato.
È probabile, come tutti ci aspettiamo, che alla fine "l'anomalia" vada via, ma in assenza di nuove misure e data analisi non mi affretterei a dare giudizi/titoli tranchant…
OGGISCIENZA TV - Oggi alla Scuola Internzionale Superiore di Studi Avanzati (SISSA) di Trieste Antonio Ereditato, direttore del Laboratorio di fisica delle alte energie e dell'Albert Einstein Center for Fundamental Physics di Berna e responsabile dell’esperimento OPERA, ha tenuto una lectio magistralis (“Another neutrino mystery?”).
Ereditato e colleghi hanno di recente scosso l'opinione pubblica con i risultati dello loro osservazioni. Le registrazioni del team di OPERA infatti hanno trovato che le particelle, dal CERN ai laboratori del Gran Sasso, sono arrivate con sessanta nanosecondi di anticipo rispetto a quanto previsto dalle leggi fisiche.
CRONACA - Una cosa è certa: se davvero successivi esperimenti confermeranno i risultati raccolti da OPERA al Gran Sasso, speriamo ci si dimentichi in fretta che in Italia la notizia è arrivata alla stampa generalista grazie a una telefonata del fisico Antonino Zichichi agli amici de Il Giornale, che in una divertente intervista tra Galileo, dimensioni ed epistemologia spicciola di fatto ha rotto unilateralmente l'embargo in maniera a dir poco imbarazzante.
Un nuovo modo di analizzare i neutrini emessi da una supernova permetterebbe di stabilire con esattezza il momento in cui la stella originaria è esplosa e ha cominciato a emettere onde gravitazionali. È quanto risulta da uno studio di quattro ricercatori italiani, Giulia Pagliaroli, Francesco Vissani, Eugenio Coccia e Walter Fulgione, che lavorano ai Laboratori Gran Sasso dell’INFN.
Un nuovo modo di analizzare i neutrini emessi da una supernova permetterebbe di stabilire con esattezza il momento in cui la stella originaria è esplosa e ha cominciato a emettere onde gravitazionali. È quanto risulta da uno studio di quattro ricercatori italiani, Giulia Pagliaroli, Francesco Vissani, Eugenio Coccia e Walter Fulgione, che lavorano ai Laboratori Gran Sasso dell’INFN.