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LIBRI – Fisica quantistica per poeti

“Vedere un mondo in un granello di sabbia e un paradiso in un fiore selvatico, tenere l'infinito nel palmo della mano e l'eternità in un'ora.” Possono questi versi scritti da William Blake più di due secoli fa racchiudere in sé una rappresentazione della fisica moderna? E ha senso in genere ritenere impensabile un dialogo tra questi due linguaggi, quello matematico e quello lirico?