Australopithecus sediba: parente sicuro, antenato chissà…
CRONACA - È una vecchia (e pessima) abitudine, quella di gridare alla rivoluzione ogni volta che irrompe sulla scena, ormai del resto piuttosto affollata, un nuovo fossile di ominide. È successo anche questa volta con Australopithecus sediba, scoperto tre anni fa in Sudafrica e presentato in gran dettaglio la settimana scorsa su Science. Neanche il tempo per un'occhiata alla suggestiva copertina della rivista, con quella piccola mano che pare delicatamente appoggiata sul foglio, che in giro è stato subito un pop up frenetico di titoli a effetto sull'anello mancante tra l'uomo e il suo antenato Lucy e sulla necessità di riscrivere la storia dell'evoluzione umana. Eppure, in queste cose bisogna andarci con i piedi di piombo: la scoperta è importante, non c'è dubbio, ma al di là di quanto propone l'autore della scoperta, sulla posizione precisa di Au sediba nel groviglio di ominidi che calpestavano il suolo africano due milioni di anni fa non è stata ancora detta l'ultima parola. Né dirla sarà poi tanto facile