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Escargot d’importazione

CRONACA - Tra le prelibatezze della cucina tradizionale francese ci sono le lumache di terra, chiamate escargot, che vengono servite in diversi modi dagli chef d'oltralpe. Ma, come dimostrato da diversi ritrovamenti paleoarcheologici, la passione per questa pietanza ha un'origine molto antica, risalente ad almeno 8.000 anni fa. Da quanto emerge da un recente studio pubblicato su PLoS One sembra che questa attitudine culinaria sia stata importata dalle popolazioni francesi in Irlanda e sia stata la causa della presenza delle attuali popolazioni di chiocciole nell'isola. Secondo i ricercatori della University of Nottingham, che hanno condotto la ricerca, questa sarebbe la spiegazione più parsimoniosa, solitamente la più probabile, per spiegare la straordinaria somiglianza tra le chiocciole della specie Cepaea nemoralis irlandesi e quelle della regione del Sud della Francia a ridosso dei Pirenei. Questo mollusco terrestre, con un piccolo guscio striato del diametro medio di circa 1,5 centimetri (range 1,2-1,8 cm), è diffuso capillarmente in tutta Europa, ma le popolazioni irlandesi e francesi sono decisamente differenti da tutte le altre, ma alo stesso tempo molto simili tra loro. Entrambe presentano il cosiddetto fenotipo 'lusitano', con dimensioni molto maggiori rispetto alle conspecifiche europee (range 2,6-2,8 cm) e un beccuccio bianco, che non si ritrova in nessun'altra popolazione
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Australiani? Isolati, ma non troppo

COSTUME E SOCIETÀ - In un panorama scientifico in continuo divenire in cui le nostre conoscenze vengono quotidianamente modificate e messe in discussione da nuove scoperte, favorite a loro volta dallo sviluppo di tecnologie di indagine sempre più economiche e all'avanguardia, poche informazioni sono considerate in qualche modo 'consolidate'. Nell'ambito dello studio dell'evoluzione umana e del popolamento della nostra specie dell'intero pianeta, una di queste conoscenze acquisite riguarda la colonizzazione del continente australiano e il successivo isolamento delle popolazioni giunte in questi territori dopo il primo imponente episodio migratorio. In generale, infatti, si è sempre pensato che le prime popolazioni umane giunsero in Australia intorno a 40.000 anni fa e che, almeno fino ai tempi storici, queste rimasero isolate dal resto dell'umanità (a parte contatti puntiformi con gli abitanti di Nuova Guinea e delle isole indonesiane e melanesiane). Questo punto fermo era basato su diversi studi che avevano confrontato il DNA degli aborigeni australiani con quello di diverse popolazioni provenienti da tutti gli altri continenti. Forse però questi studi non erano così approfonditi e condotti su campioni troppo ristretti poter cogliere alcuni importanti dettagli, come si legge sulle pagine della rivista PNAS in una ricerca condotta da Irina Pugach del Max Planck Institute for Evolutionary Anthropology di Lipsia ed altri ricercatori di svariate nazionalità che mette in dubbio questa nozione largamente condivisa. Lo studio ha analizzato, e successivamente confrontato tra loro, la varibilità all'interno dei genomi di aborigeni australiani, abitanti della Nuova Guinea e delle maggiori isole del Sudest asiatico, nonché di alcune popolazioni indiane provenienti dalle regioni da cui probabilmente partirono gli antenati dei primi colonizzatori dell'Australia.