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Valrosandra, il modo e il tempo sbagliato

AMBIENTE- "Sicuramente c'erano parecchie specie già nidificanti." Chi parla è Paolo Utmar, biologo dell'Università di Trieste, esperto di specie avicole fluviali. Il tono è mesto, dato che stiamo parlando di quel che è successo pochi giorni fa in Valrosandra, un parco e riserva naturale nella provincia di Trieste, di interesse paesaggistico, naturalistico, geologico e non ultimo turistico, che di recente ha subito un intervento di manutenzione degli argini fluviali da parte della Protezione Civile qualche giorno fa, intervento che dopo aver valutato attentamente immagini e video e aver parlato con molte persone a consocenza dei fatti non possiamo che definire selvaggio. Sono stati abbattuti alberi vecchi di 30/40 anni, si è entrati con le ruspe in un ambiente delicato (e tutt'altro che pianeggiante, parliamo di landa carsica, rocciosa, un piccolo torrente che più in su diventa un vero e proprio canyon). Sono stati inoltre danneggiati luoghi di interesse storico e archeologico (nella parte bassa della valle, quella interessata dall'intervento passa un antico acquedotto romano) e anche strutture recenti che facilitavano le passeggiate dei turisti, finanziate con soldi comuitari