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A chi giova il microcredito?

ECONOMIA - Come mezzo per combattere la povertà, delle donne in particolare, sotto la sua forma attuale il microcredito è nato a metà degli anni '70 con la banca Grameen in Bangladesh e la BRAC in India. Osteggiato all'inizio dalla Banca Mondiale, poi raccomandato quasi fosse una bacchetta magica, oggi gli enti di microfinanza sono circa 10.000, non tutti onesti, alcuni dei quali fanno profitti e distribuiscono dividendi a chi ci investe dei capitali, come la messicana Finca. Un terzo sono controllati da un'organizzazione mondiale che ha appena pubblicato il proprio rapporto annuale, pieno di ottimismo. Giustificato? Con un protocollo sperimentale tipico di molte discipline ma che solo ora, sull'esempio di Esther Duflo, gli economisti dello sviluppo cominciano a usare, Dean Karlan di Yale e Jonathan Zinman del Dartmouth College hanno creato un software per selezionare "micro-imprenditori" più affidabili tra quelli senza beni da usare come garanzia e senza una storia pregressa di morosità. L'hanno provato sui clienti della First Macro Bank, nelle Filippine, un microcredito rurale “for profit” che ai fini dell'esperimento ha prestato

Acqua per le città

SPECIALE ORO BLU - Saranno soprattutto le città, secondo una valutazione delle Nazioni Unite, a contendersi l’acqua nei prossimi decenni. "La sfida delle acque urbane deve essere riconosciuta per quello che realmente è: una crisi di governance, politiche inadeguate e cattiva gestione, piuttosto che una crisi dovuta alla scarsità della risorsa", è il messaggio di Joan Clos, sottosegretario generale delle Nazioni Unite. "Abbiamo bisogno di puntellare la sicurezza idrica contro i problemi dell'inquinamento e del cambiamento climatico. Abbiamo bisogno di idee innovative e buone pratiche da attuare".
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