SALUTE - Se digitate "terapia chelante" in Google e come ne avevate solo vagamente sentito parlare, rimarrete stupiti dal numero di risultati che otterrrete. Si tratta di una terapia molto in voga e da qualche anno, specie negli Stati Uniti, viene invocata da alcuni come una un trattamento efficace contro l'autismo, che si basa a sua volta sull'assunzione, mai provata, che esista una base ambientale per questa malattia, dovuto all'intossicazione da metalli pesanti. Una ricerca pubblicata sulla rivista Research in Autism Spectrum Disorders mette in guardia:questo tipo di terapia è inutile (e può rivelarsi molto dannosa per i bambini trattati).
Diverse survey negli Stati Uniti mostrano che una media del 7% dei bambini con disturbo autistico vengono trattati con terapia chelante, ma che i medici (che secondo i dati disponibili non la raccomandano mai) spesso sono impreparati sul tema: il 26% dichiara infatti di non aver informazioni per sconsigliarla
OMEOPATIA - Non facciamo che ripeterlo: come potete leggere nell’esauriente quanto chiara rassegna proposta da Queryonline, i farmaci omeopatici a oggi non hanno mai dato prove convincenti di efficacia maggiore rispetto all’effetto placebo, e per questo non possono essere considerati farmaci nel senso scientifico del termine.
Ma che cos’è questo effetto placebo? Magia o fisiologia? Fantasia o reale e potente effetto terapeutico?
Il termine nasce grazie a un episodio avvenuto durante la seconda Guerra Mondiale, quando un’infermiera che lavorava con il dottor Henry K. Beecher, anestesista, dato che erano finite le scorte di morfina, iniettò in un paziente sofferente una siringa di acqua e sale, mentendo sul contenuto della fiala. Disse cioè al paziente che quel farmaco avrebbe attenuato il dolore e il trucco funzionò. Questo aneddoto segna storicamente l’entrata del placebo in medicina, proprio grazie al lavoro di Beecher, che una volta finita la guerra ritornò al suo posto di professore all’Università di Harvard.