Usando le capacità di ragionamento di un automa in grado di autoripararsi, Hod Lipson e Michael Schmidt, della Cornell University, hanno creato un software capace di estrarre le leggi fondamentali della fisica dalla semplice osservazione di eventi.
Nell’articolo apparso il 3 aprile sulla rivista Science si legge che l’algoritmo sviluppato dai due scienziati ha ricostruito, senza alcuna conoscenza pregressa di fisica, geometria o cinematica, alcune leggi della natura attraverso l’analisi del movimento di un pendolo e di altri sistemi molto semplici, estraendo in poche ore le informazioni che hanno richiesto secoli di osservazioni e studio a Isaac Newton e ai suoi successori.
L’algoritmo si fonda sulla capacità di autoripararsi del robot di Lipson: “Il modo in cui riesce a ovviare il danno è quello di ricreare un modello dinamico, un’immagine di se stesso che usa poi per fare delle previsioni su se stesso.”
In un modello dinamico le componenti del sistema si influenzano a vicenda nel corso del tempo.
Se può eseguire questo tipo di ricostruzione su se stesso, perché non provare a fargli fare lo stesso con il mondo esterno, si sono chiesti i due scienziati. Nel momento in cui hanno modificato l’intelligenza del robot in questa direzione hanno infatti visto che poteva “scoprire” le leggi della fisica, individuando le informazioni “invarianti”, quelle che cioè non cambiavano in osservazioni differenti, che gli permettevano anche di fare previsioni sugli eventi futuri.
Secondo Lipson e Schmidt questo sistema potrà essere applicato allo studio dei sistemi biologici. La biologia infatti a tutt’oggi risulta molto complicata da modellare e trovare le leggi fondamentali in questo campo è ancora una sfida impegnativa. L’enorme mole di dati che si raccolgono normalmente in biologia potrebbe venir analizzata con l’algoritmo inventato dai due scienziati, che potrebbe individuare le regole invarianti in maniera automatica.