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Terremoto a L’Aquila: la prevenzione prima di tutto

Particolare fontana di Piazza del Duomo, LAquila. Crediti: aquilano76  / Andrea
Particolare fontana di Piazza del Duomo, L'Aquila. Crediti: aquilano76 / Andrea

Mentre l’Italia intera assiste con il fiato sospeso alle operazioni di soccorso in Abruzzo, sui giornali divampa la polemica: il 29 marzo scorso Gioacchino Giuliani, tecnico presso i Laboratori Nazionali del Gran Sasso, allerta le autorità locali (e la popolazione) affermando che nella zona di Sulmona, di lì a poche ore si verificherà un terremoto di grave entità. La scossa in effetti quella notte c’è, ma l’intensità è trascurabile (magnitudo 4 della scala Richter). Pochi giorni dopo Guido Bertolaso, capo della Protezione Civile italiana, denuncia Giuliani per “procurato allarme.”

Ascolta l’intervista di OggiScienza ad Antonio Piersanti

I cittadini italiani a questo punto si chiedono: poteva questa tragedia essere scongiurata dall’allarme di Giuliani?

La risposta è no. In primo luogo perché l’allarme riguardava la zona di Sulmona, a una sessantina di chilometri da l’Aquila, e la data del 29 marzo (notte in cui in effetti gli abitanti della cittadina hanno dormito nelle strade) e in secondo luogo perché i terremoti non si possono davvero prevedere.

“Una cosa è dire che in una data area in un periodo di mesi o anni è probabile che avvenga un evento sismico, e questo oggi si può fare e viene chiamata ‘stima di pericolosità sismica’, ” spiega Antonio Piersanti, direttore della sezione di Sismologia e Tettonofisica dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia. “Un’altra invece è dire che il giorno x all’ora y nella zona z ci sarà un terremoto di magnitudo più o meno specificata, e questo noi non lo possiamo fare.”

La situazione di sciame o sequenza sismica – il ripetersi in un dato periodo di fenomeni sismici in gran parte di lieve entità – che sta interessando la zona dell’aquilano è una condizione in realtà molto comune, che avviene quasi quotidianamente in varie parti del mondo e dell’Italia stessa. La maggior parte di questi eventi si esaurisce senza dar luogo a scosse di grande entità.

Dunque questo evento non poteva essere scongiurato da una previsione. Ma forse avrebbe potuto essere almeno in parte alleviato da una corretta prevenzione: “questo terremoto che in Italia è stato una tragedia, se fosse accaduto in Giappone o in California, sarebbe stata forse una notizia da fine telegiornale,” puntualizza Piersanti. “Ci si difende dal terremoto, costruendo in maniera tale che le abitazioni non crollino. Non è una cosa ne impossibile ma neanche difficile e nemmeno particolarmente costosa. L’Italia in questo è in enorme ritardo.”

La notte fra il 5 e il 6 aprile scorso è crollata un’intera ala dell’ospedale dell’Aquila, un edifico moderno costruito pochi anni fa.

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Federica Sgorbissa
Federica Sgorbissa è laureata in Psicologia con un dottorato in percezione visiva ottenuto all'Università di Trieste. Dopo l'università, ha ottenuto il Master in comunicazione della scienza della SISSA di Trieste. Da qui varie esperienze lavorative, fra le quali addetta all'ufficio comunicazione del science centre Immaginario Scientifico di Trieste e oggi nell'area comunicazione di SISSA Medialab. Come giornalista free lance collabora con alcune testate come Le Scienze e Mente & Cervello.