POLITICA - Ieri sera su allerta della Protezione Civile i sindaci della zona della Garfagnana, in provincia di Lucca, hanno "consigliato" i cittadini di dormire fuori da casa, per la possibilità che si verificasse una scossa sismica. I consigli sono arrivati un po' in ogni modo: su internet, via Tweet, persino fisicamente, con persone che giravano di notte nei paesi suonando ai campanelli dei cittadini invitandoli a uscire, il tutto a partire dalle dieci di ieri sera. Migliaia di persone sono state raggiunte dall'allarme, diverse centinaia hanno dormito all'aperto o in strutture indicate dalle autorità e le scuole per oggi rimarranno chiuse. Al momento non vi è stata nessuna scossa rilevante.
Cosa è successo? La miccia di questa sequenza di eventi è stato un comunicato stampa inviato da INGV alla Protezione Civile. Ieri mattina, verso le sette e tre quarti del mattino è stato diramato questo testo (firmato da Gianluca Valensise, di INGV):
Dopo alcuni giorni di lenta decrescita della sismicità, con scosse molto piccole (da M 2.8 in giù) localizzate quasi tutte a NE della scossa principale del 25 gennaio, la scossa di M 3.3 delle 00:42 della notte scorsa segna un punto di svolta nella sequenza. Questa affermazione ha due motivazioni:
1) si tratta della seconda scossa più forte di una sequenza caratterizzata da una ricchezza di scosse molto piccole e una anomala assenza di scosse di M intermedia (nel range 3.0-4.0);
Ecco come al solito qualche suggerimento di lettura per il fine settimana.
Partiamo con lo scempio in Valrosandra, Oggiscienza si sta occupando della vicenda e continuerà a occuparsene, nonostante la Protezione Civile si rifiuti di rilasciarci qualche spiegazione. Per la serie ridere per non piangere, ecco una nota satirica sui motivi dell'aratura della riserva naturale.
AMBIENTE - Guglielmo Berlasso, presidente della Protezione Civile, ci ha messo quattro giorni (di pressing telefonico mio, ringrazio comunque per la cortesia il suo segretario) per rispondere (per interposta persona) che no "non rilascia interviste in merito all'intervento sugli argini del torrente in Valrosandra effettuato dalla protezione civile la settimana scorsa", e no, a quanto pare non c'è nessun altro che possa rispondere alle mie domande all'interno dell'organizzazione. Nessuno.
Alla faccia della trasparenza. Mi piacerebbe ricordare a Protezione Civile che è al servizio della cittadinanza e non viceversa, e che il dovere di informare (e spiegare vista la situazione controversa) è un dovere, tanto più che, voglio ricordare al pubblico, Protezione Civile è un organo pubblico, posto direttamente sotto la Presidenza del Consiglio dei ministri, che proprio non potrebbe trincerasi dietro a un "no comment". Anche perché è una bella zappata sui piedi se proprio vogliamo commentare questo atteggiamento. Il silenzio stampa mentre tutti dicono di tutto e di più, invece di chiarire la propria posizione e le proprie ragioni (e vogliamo credere che un'organo con un compito così importante di ragioni ne abbia, o dobbiamo pensare che si procede a caso?) è forse una strategia un tantino miope.
AMBIENTE - Che sia previsto un secondo intervento di Protezione Civile sull'alveo del torrente Rosandra pare sia vero (qui e qui, la storia). Trovate qui una nota diffusa da Dario Gasparo. Per chi non avesse access0 a Facebook (poch,i ma esistono) riporto la nota per intero qui sotto:
Cari amici
vedo che molti stanno scrivendo chiedendosi quale sia la procedura corretta e se l’intervento della Protezioen Civile sia regolare o meno.
Cerco di spiegare sinteticamente qual è la situazione che si è creata.
Con decreto 254/ PC/2012 datatao Palmanova, 16 marzo 2012 e firmato dal responsabile di posizione organizzativa della Protezione Civile della Regione Friuli Venezia Giulia ing. Cristina Trocca e del direttore centrale dott. Geol. Guglielmo Berlasso, si emana un decreto facendo riferimento alla legge regionale 64/86 sugli Interventi urgenti di prevenzione per il ripristino dell'efficienza idraulica dei corsi d'acqua regionali/ a tutela della pubblica incolumita, mediante l'asporto della vegetazione arborea ed arbustiva infestante gli alvei.
AMBIENTE- "Sicuramente c'erano parecchie specie già nidificanti." Chi parla è Paolo Utmar, biologo dell'Università di Trieste, esperto di specie avicole fluviali. Il tono è mesto, dato che stiamo parlando di quel che è successo pochi giorni fa in Valrosandra, un parco e riserva naturale nella provincia di Trieste, di interesse paesaggistico, naturalistico, geologico e non ultimo turistico, che di recente ha subito un intervento di manutenzione degli argini fluviali da parte della Protezione Civile qualche giorno fa, intervento che dopo aver valutato attentamente immagini e video e aver parlato con molte persone a consocenza dei fatti non possiamo che definire selvaggio.
Sono stati abbattuti alberi vecchi di 30/40 anni, si è entrati con le ruspe in un ambiente delicato (e tutt'altro che pianeggiante, parliamo di landa carsica, rocciosa, un piccolo torrente che più in su diventa un vero e proprio canyon). Sono stati inoltre danneggiati luoghi di interesse storico e archeologico (nella parte bassa della valle, quella interessata dall'intervento passa un antico acquedotto romano) e anche strutture recenti che facilitavano le passeggiate dei turisti, finanziate con soldi comuitari
AMBIENTE - Così è se vi pare. E se non vi pare, non importa, tanto ormai... un'altra area protetta del nostro Paese è stata violentata. Mentre aspettiamo che i responsabili ci diano una spiegazione, una giustificazione a quello che in questo momento ci appare uno scempio, racconto anche per il resto d'Italia quello che è succeso quattro gioni fa in provincia di Trieste (sicura che tanti dei nostri lettori conosceranno situazioni simili dalle loro parti). La Valrosandra è un pezzo di landa carsica di notevole interesse naturalistico e paesaggistico, nonchè meta di turismo, anche sportivo. Un canyon formato dal torrente Rosandra, parco naturale comunale eal 1984, Riserva naturale regionale dal 1996, e dal 1998 SIC (Sito di importanza comunitaria) e ZPS (Zona di protezione speciale).
CRONACA - Nel momento in cui scriviamo, Genova (e tutta la Liguria) sono nuovamente sotto un nubifragio. Solo la settimana scorsa le piogge hanno messo a dura prova il territorio, riducendo in ginocchio diversi comuni al confine fra Liguria e Toscana. La situazione è nuovamente allarmante e anche la stessa Genova si trova ora sotto una pioggia torrenziale. La Protezione civile ha lanciato un allarme massimo per le prossime 48, e pare che le scuole resteranno chiuse nel capoluogo ligure