Un team internazionale composto da scienziati della Purdue University, della UC di Irvine e del CNRS hanno ottenuto per la prima volta delle immagini tridimensionali del mimivirus, un virus che assomiglia poco ai suoi simili
È enorme – almeno per essere un virus -, molti dei suoi geni provengono da batteri, e il suo DNA se ne sta bello comodo: si chiama mimivirus ed è una vera rarità. Le sue dimensioni infatti superano molti ordini di grandezza quelle medie dei virus, e a differenza della stragrande maggioranza di questi organismi il suo materiale genetico non è strettamente impacchettato all’interno del capside, la struttura proteica dell’involucro esterno, – fra il DNA e il “guscio” esiste infatti un’intercapedine -. Il mimivirus per questo motivo è un vero puzzle per i biologi. Qualcuno l’ha soprannominato addirittura “anello mancante”, il collegamento tra i virus e le cellule viventi. Ora un gruppo internazionale di scienziati ha pubblicato sulla rivista PLoS Biology le prime immagini che svelano la sua struttura tridimensionale.
“Lo studio strutturale mostra che questo organismo è una sorta di mix di geni e parti che si trovano nei virus, nei batteri e addirittura negli eucarioti” scrivono Chuan Xiao della Purdue University, di West Lafayette, USA, e colleghi. Il mimivirus è stato scoperto la prima volta nella torre dell’acquedotto di Parigi nel 1992: gli scienziati all’inizio, viste le sue dimensioni hanno creduto che fosse un microbo. Fino a oggi nessuno era riuscito a fotografarne la struttura a causa delle lunghe fibre che coprono la superficie esterna del capside. Il team franco-statunitense ha dissolto queste fibre con un enzima e ha poi fotografato il virus con un microscopio elettronico. Dalle immagini raccolte è stato poi possibile ricostruire al computer la sua struttura tridimensionale.
Secondo gli autori i risultati della ricerca sono fondamentali e la strana conformazione morfologica del mimivirs potrebbe portare addirittura una ridefinizione del concetto di virus.