Un gruppo di ricercatori dell’Università di Padova, condotti da Paolo Mozzi, ha messo in luce la mappa di Altinum, un’antica città pre-romana che si pensava completamente perduta. Lo studio è stato realizzato con una tecnica innovativa di rilevamento immagini aeree, che mostra la diversa concentrazione di acqua nelle coltivazioni e quindi il loro grado di maturazione.
Da decenni era noto agli archeologi che nei dintorni dell’aeroporto di Venezia doveva trovarsi Altinum: un’antica città, approssimativamente delle dimensioni di Pompei, le cui radici affondano nell’Età del Bronzo e che divenne un importante centro commerciale dal I al V secolo d.C.
Tutte le tracce della città erano scomparse: usate come materiali per successive costruzioni, sommerse dalla laguna, rubate. Sembrava quindi improbabile riuscire a ricostruire una mappa di una città di cui non si aveva nemmeno un reperto. Nel luglio 2007, Paolo Mozzi, un geomorfologo dell’Università di Padova, e il suo gruppo hanno scattato una serie di fotografie aeree del sito in diverse lunghezze d’onda, dalla luce visibile fino al vicino infrarosso, capaci di rivelare i dettagli fino a mezzo metro di risoluzione.
Le immagini sono state poi analizzate per fare emergere le possibili lievi variazioni nel contenuto di acqua delle piante e il loro diverso stadio di maturazione: da queste differenze, rese visibili attraverso opportuni colori, emerge chiaramente l’impronta di una città. Il grado di maturazione delle coltivazioni traccia il profilo degli edifici dell’antica Altinum: una basilica, un anfiteatro, un foro e probabilmente qualche tempio, sepolti ad almeno 40 centimetri sotto la superficie. A sud del centro della città si trova una larga striscia di coltivazioni in uno stadio di maturazione più avanzato. Queste crescono sopra quello che era probabilmente un canale, dimostrando che gli antichi abitanti di questa città sapevano già costruire acquedotti e sistemi di distribuzione delle acque.
Lo studio ha permesso di dare la prima occhiata a questa antica città che fu completamente abbandonata nel VII secolo, ma ulteriori studi sono già in programmazione: useranno la tecnologia LIDAR che permetterà di realizzare una mappa topografica del sito a una risoluzione molto maggiore. Inoltre i ricercatori intendono fare anche dei prelievi di campioni di suolo per verificare se i cambiamenti ambientali e climatici abbiano contribuito al declino della città.
La ricerca è stata pubblicata su Science 325 (5940), 577. [DOI: 10.1126/science.1174206].