Un metodo per identificare le piante attraverso una sorta di codice a barre genetico (DNA bar coding) è stato pubblicato dopo quattro anni di lavoro da un gruppo internazionale di 52 botanici provenienti da 10 paesi diversi, apaprtenenti al CBOL (Consortium for the Barcode of Life).
Il DNA bar coding è un metodo tassonomico che utilizza dei marcatori genetici per stabilire l’appartenenza degli organismi a una specie particolare. Si tratta di scegliere, all’interno dell’intera sequenza di DNA mitocondriale, un particolare tratto in grado di discriminare le specie in modo univoco. In questo modo si può costruire un sistema universale per classificare la biodiversità del pianeta.
Per gli animali esiste archivio di circa 60.000 specie basato su una particolare regione di DNA scelta nel 2003 e che è stata utilzzata con successo. Per le piante è stato più difficile trovare la sequenza giusta, a causa dell’estrema complessità della loro genetica, ma finalmente adesso è stato trovato un accordo su due sequenze di DNA, in particolare due porzioni dei geni chiamati rbcL e matK, che d’ora in poi formeranno questa sorta di “codice a barra” delle piante terrestri.
Per identificare una pianta usando il bar coding basterà una piccola porzione di tessuto. Questo metodo di classificazione potrà essere usato per svariate applicazioni: individuare il commercio illegale di specie protette, identificare organismi invasivi o specie tossiche e per contribuire a risolvere indagini giudiziarie. Lo scopo principale sarà comunque la clssificazione delle specie in zone particolarmente interessanti per la loro biodiversità, dove, però, la presenza di specialisti scarseggia. L’identificazione di una specie è infatti il primo passo, indispensabile, verso la conservazione e la protezione.
Il nuovo codice identificativo potrà essere usato per classificare tutte le circa 400.000 specie di piante terrestri che i botanici stimano esistere sul pianeta e si comincerà immediatamente con il progetto Tree-Bol che intende classificare le 100.000 specie di alberi.
Per il futuro si cercherà di perfezionare ancora il sistema per riuscire a risolvere anche quei casi dubbi che si presenteranno per le specie ibride, dove il codice appena messo a punto potrà solo dare delle indicazioni di massima.
L’articolo è stato pubblicato su PNAS (doi:10.1073/pnas.0905845106, PNAS _ August 4, 2009 _ vol. 106 _ no. 31 _ 12797)