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Propoli, panacea scientificamente dimostrata

Crediti: twin-otter64La sostanza prodotta dalle api dimostra in laboratorio spiccate proprieta antibatteriche e antiossidanti


La natura è una fonte inesauribile di potenti principi benefici per la salute. Fra questi c’è il propoli che da tempo viene considerato un vero e proprio toccasana. Un progetto che vede collaborare Neiker-Tecnalia, l’istituto basco di ricerca e sviluppo agrario, la fondazione Kalitatea, che promuove la qualità dei prodotti locali baschi, le associazioni di apicultori della Comunità Autonoma dei Paesi Baschi e alcuni settori governativi baschi ha dimostrato scientificamente e nel dettaglio quali sono la natura e l’entità di questi effetti salutari.

Il propoli (che in latino significa “difesa della città”) è una sostanza che le api producono raccogliendo le resine dei germogli di alberi o di altre piante. La composizione può variare da favo in favo, ma in media è costituito da circa il 50% di resine e balsami, 20-25% di cera, 5-10% di oli essenziali, 5% di polline e un altro 5% di altre sostanze (minerali, enzimi, ecc.) e viene usato dalle api per molteplici scopi: disinfettare il favo, sigillare crepe, come agente antimicrobico, e addirittura per imbalsamare eventuali intrusi troppo grandi per essere buttati fuori. In pratica il propoli è il principale responsabile dell’asepsi del favo, soprattutto in quei luoghi che a causa della temperatura e dell’umidità potrebbero essere focolai d’infezione.

Gli esseri umani da tempo usano questa sostanza come farmaco naturale, soprattutto come stimolate del sistema immunitario. Secondo gli scienziati è la componente di resine, ricca di composti fenolici, ad avere proprietà farmaceutiche. Il gruppo di ricercatori baschi ha analizzato due azioni principalimente attribuite a questa sostanza: quella antibatterica e quella antiossidante.

Nel primo caso i ricercatori hanno esaminato la crescita batterica in colture da laboratorio, in presenza di diverse concentrazioni di propoli: già in bassissime quantità si osservava una riduzione nella crescita batterica. I batteri presi in esame erano: Strepotococcus mutans (responsabile della carie dentale), Candida albicans (infezioni vaginali), Salmonella tiphy (salmolnellosi), Helicobacter pilori (ulcere allo stomaco), e Saccharomyces cerevisiae (quest’ultimo ha un ruolo opportunistico in patologie come l’ AIDS, le leucemie ecc.)

Per quanto riguarda l’aspetto antiossidante, lo studio si è concentrato sulle capacità del propoli di neutralizzare i radicali liberi, molecole che secondo alcune teorie si accumulano all’interno delle cellule provocando l’invecchiamento dell’organismo, e che stanno alla base di alcune patologie come il cancro e l’Alzeheimer. I ricercatori hanno generato artificialmente i radicali liberi in laboratorio facendoli reagire con il propoli ed eseguendo poi delle analisi spettrofotometriche. I preparati a base di propoli hanno effettivamente mostrato una grande azione inibitoria nei confronti dei radicali liberi.

In base a queste analisi il propoli è risultato contenere una grande quantità di agenti biologicamente attivi, soprattutto flavonoidi, ben noti per le qualità antiossidanti.  Secondo gli scienziati sono proprio i flavoniodi a essere responsabili delle innumerevoli proprietà medicinali del propoli: antimicotiche, antifungali, antivirali, antitubercolari, citostatiche, antiallergiche, antitossiche, ipotensorie, emostatiche, immunogeniche e antiparassitarie.

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Federica Sgorbissa
Federica Sgorbissa è laureata in Psicologia con un dottorato in percezione visiva ottenuto all'Università di Trieste. Dopo l'università, ha ottenuto il Master in comunicazione della scienza della SISSA di Trieste. Da qui varie esperienze lavorative, fra le quali addetta all'ufficio comunicazione del science centre Immaginario Scientifico di Trieste e oggi nell'area comunicazione di SISSA Medialab. Come giornalista free lance collabora con alcune testate come Le Scienze e Mente & Cervello.