Ridurre le emissioni di gas serra farebbe bene non solo al pianeta, ma anche alla nostra salute. Alla vigilia di COP15, la rivista Lancet offre nuovi spunti di discussione, con una raccolta di articoli che illustrano quattro casi di studio relativi ad altrettanti possibili settori di intervento: l’energia domestica, i trasporti, la generazione di elettricità e l’agricoltura.
CRONACA – Con il pianeta che si scalda, anche la nostra salute rischia di peggiorare significativamente. Per esempio, il cambiamento degli equilibri climatici della Terra può portare a un aumento delle carestie dovuto a condizioni ambientali estreme oppure a un ampliamento della zona di diffusione di vettori di patologie infettive. Ecco un ottimo motivo per darsi da fare – a livello planetario e anche personale – per ridurre le emissioni di gas serra. Ma in realtà di ottimi motivi, sempre in ambito sanitario, ce n’è almeno un altro, perché sembra proprio che ridurre i gas serra faccia bene di per sé, sia nei paesi sviluppati, sia in quelli in via di sviluppo .
È questo, in sintesi, il messaggio che viene da una serie di articoli raccolti ad hoc dalla rivista “Lancet” sul tema della salute in rapporto al cambiamento climatico, presentati in una conferenza stampa il 25 novembre scorso. Gli studi hanno tracciato una serie di scenari possibili, in diversi luoghi del mondo, simulando quale sarebbe l’effetto di particolari strategie di mitigazione delle emissioni di CO2 sulla salute umana.
Per esempio: uno scenario che prevedesse l’introduzione in India, nei prossimi 10 anni, di 150 milioni di stufe domestiche a bassa emissione in sostituzione di quelle tradizionali a biomassa, migliorerebbe significativamente la salute respiratoria della popolazione indiana. Come? Riducendo l’inquinamento indoor provocato da stufe inefficienti, tra i responsabili di infezioni respiratorie nei bambini e di malattie cardiache croniche negli adulti. L’inquinamento ovviamente scenderebbe – con conseguenti vantaggi per la salute – anche riducendo il nostro ricorso a fonti energetiche fossili per la generazione di energia elettrica, a favore di metodi alternativi come le turbine eoliche.
Sia a Londra sia a Delhi, invece, andare a piedi o in bicicletta oppure scegliere veicoli a bassa emissione potrebbe ridurre gli infarti e le malattie cardiache del 10-20%, la demenza dell’8% e la depressione del 5%.
E ancora: uno degli articoli pubblicati invita a ridurre il consumo alimentare di prodotti di origine animale. Costano molto, in termini di emissioni di CO2 e se consumati in eccesso non sono affatto salutari. Un taglio del 30% dei consumi abbasserebbe del 15% le patologie cardiache.
A questo indirizzo web si può trovare l’audio della presentazione completa degli articoli, fatta da Andy Haines, della London School of Hygiene and Tropical Medicine, alla conferenza stampa del 25 novembre.