Un monito dagli scienziati della Mayo Clinic: prima di mescolare rimedi naturali e medicine parlatene con il medico
NOTIZIE – La medicina naturale (non l’omeopatia e altri rimedi quasi-magici come i fiori di Bach, sia chiaro) può essere molto potente. I principi attivi estratti da alcune piante sono estremamente efficaci, talvolta così forti da risultare persino tossici, e, fatto non sempre noto a tutti, anche le multinazionali farmaceutiche spesso li inseriscono nella composizione dei medicinali tradizionali. Il ricorso ai principi naturali, quelli che possiamo procurarci in una comune erboristeria, o in un supermercato, dovrebbe dunque essere valutato con estrema cautela. Una ricerca pubblicata qualche giorno fa sul Journal of the American College of Cardiology mette in guardia sulle associazioni fra alcuni principi naturali e le medicine tradizionali, specialmente quelle contro le malattie cardiovascolari, come le statine, gli anticoagulanti e i farmaci per regolare la pressione sanguigna.
Arshad Jahangir, della Mayo Clinic in Arizona, e colleghi hanno analizzato l’interazione di alcuni estratti naturali con queste medicine e hanno trovato che per esempio l’iperico (comunemente usato come antidepressivo naturale) innalza la pressione sanguigna e il ritmo cardiaco, che aglio e zenzero aumentano il rischio di emorragia, e che persino il succo di pompelmo può aumentare gli effetti delle statine e dei farmaci che bloccano i canali per gli ioni calcio.
L’articolo include una lista di prodotti naturali da prendere con cautela: ginkgo biloba, ginseng, echinacea, ma anche latte di soya e tè verde (che diminuiscono l’effetto della cumarina) e aloe vera e liquirizia. Il pericolo in ogni caso non è tanto l’assunzione alimentare di queste sostanze, quanto l’uso sistematico e quotidiano come automedicazione. La precauzione, per coloro che assumono farmaci per il cuore, dovrebbe essere quella di informare il proprio medico e valutare insieme il comportamento da adottare.