È stato portato alla luce il disegno sottostante alla Cena in Emmaus, il capolavoro di Caravaggio dipinto nel 1606, poco dopo l’omicidio che lo obbligò a fuggire da Roma e a rifugiarsi prima nei feudi laziali e poi a Malta. Il disegno sottostante testimonia una importante fase di trasformazione nella sua produzione artistica.
NOTIZIE – La scoperta è stata effettuata dall’Opificio delle Pietre Dure, diretto da Cecilia Frosinini, attraverso un’analisi multispettrale all’infrarosso con uno scanner Multi-NIR (Scanning Multispectral IR reflectography) realizzato dall’Istituto Nazionale di Ottica del CNR di Firenze.
La collaborazione tra tecnologia e beni culturali ha portato ancora una volta dei risultati interessantissimi. Nel caso del Caravaggio, da anni gli studiosi discutono se l’artista partisse per le sue opere da un disegno, o se invece saltasse la fase grafica preliminare.
Lo scanner ha analizzato l’opera a livelli di profondità e con una risoluzione mai raggiunti prima e ha rivelato i contorni grafici di un volto di Cristo, degli apostoli, delle mani oltre alla presenza di incisioni tipiche della fase giovanile di Caravaggio. Sembra quindi dimostrato che Caravaggio, sebbene non avesse bisogno di una lunga preparazione preliminare, fissasse sulla tela le sue idee con dei segni grafici, prima di dipingere.
Finora i limiti strumentali non avevano permesso di rivelare i disegni preparatori, che si pensava quindi non esistessero. Oggi con questa tecnica sarà possibile analizzare tutta l’opera dell’artista con un occhio nuovo.
Nel caso della Cena in Emmaus, conservata alla Pinacoteca di Brera, sul lato sinistro è riaffiorata una finestra da cui si scorge un paesaggio dominato da un albero rigoglioso; dalla finestra entrava una luce naturale che si posava sui personaggi e li illuminava. Nel quadro definitivo la finestra è stata eliminata, così come il paesaggio che faceva intravedere, e sostituita da uno sfondo scuro che rende l’atmosfera più intima e raccolta. La luce da naturale si trasforma in innaturale e ha un’origine non definita. La scena diventa così più spirituale.
Da questo studio, gli esperti concludono anche che questa opera rappresenta uno spartiacque nella produzione artistica di Caravaggio, una trasformazione nel suo modo di dipingere che avviene addirittura nella stessa tela: “da un’espressione implicata nel naturalismo al denso e teatrale spiritualismo degli ultimi anni” conclude Isabella Lapi Ballerini, soprintendente dell’Opificio delle Pietre Dure.