Alla conferenza annuale di TED, in California, il fondatore della Microsoft annuncia il “miracolo” per azzerare le emissioni e dimezzare il costo dell’energia entro il 2050. Una nuova tecnologia che risolverebbe tutti i problemi del pianeta.
CRONACA – “Se potessi esprimere un desiderio, uno solo, da realizzare, non sarebbe né poter scegliere il presidente, né avere il vaccino contro l’Aids e la malaria, ma concepire una forma di energia pulita, a emissioni zero e costi dimezzati”. La fame del pianeta, non già di cibo bensì di energia, è diventata la nuova “missione umanitaria” di Bill Gates, fondatore dell’impero Microsoft e oggi filantropo a tempo pieno.Per salvare il mondo da carestie, guerre, povertà, catastrofi naturali derivanti dai cambiamenti climatici e dalla penuria di fonti energetiche, l’unica via di uscita è trovare una nuova tecnologia che non inquini, costi poco e produca tanto per tutti, ha detto Bill Gates di fronte a una platea galvanizzata dal suo discorso tenuto alla principale conferenza annuale di tecnologia TED, a Long Beach, in California.
“Il riscaldamento globale danneggerà soprattutto le nazioni più povere”, è la preoccupazione del padre dei computer. “Finché immetteremo CO2 nell’atmosfera, le temperature saliranno. Dobbiamo raggiungere l’obiettivo di emissioni zero”. Come dire: servirebbe un miracolo. Ma se ti chiami Bill Gates e sei uno degli uomini più ricchi della Terra, forse quel miracolo sei in grado di avverarlo. Per lo meno, ci provi. È così che il problema dell’energia è salito in cima alla lista delle priorità della generosa Fondazione Bill&Melinda Gates. Che ha investito più di cento milioni di dollari in una compagnia di Bellevue, nello stato di Washington, chiamata TerraPower. Questa azienda lavora per costruire una nuova generazione di reattori nucleari che riutilizza l’uranio di scarto degli altri impianti, riciclando i rifiuti radioattivi, senza produrre altre scorie. Una simile tecnologia non esiste ancora, ma potrebbe essere sviluppata in 20 anni e testata in altri 20, così che nel 2050 potrebbe alimentare il mondo intero.
Per sintetizzare il suo pensiero visionario, Bill Gates ha usato una semplice equazione matematica: le emissioni totali di anidride carbonica (26 miliardi di tonnellate all’anno) sono il risultato del prodotto di quattro fattori: 1) popolazione mondiale, 2) servizi per abitante (riscaldamento, trasporti, elettricità ecc..), 3) energia necessaria a produrre i servizi, 4) quantità di CO2 per unità di energia. Ora, per annullare l’equazione e quindi azzerare l’anidride carbonica immessa nell’atmosfera basta che uno di quattro fattori sia pari a zero. I primi due sono necessariamente diversi da zero, il terzo si può ridurre migliorando efficienza e risparmio energetico. L’unico fattore che verosimilmente può essere annullato in toto è il quarto. “L’invenzione del microchip è stato un miracolo, Internet è stato un miracolo. Ora abbiamo bisogno di un nuovo miracolo dell’energia”, ha detto Gates. “Bisogna lavorare su cinque filoni, nessuno escluso: stoccaggio dell’anidride carbonica, eolico, fotovoltaico, solare a concentrazione e nucleare”.
Attualmente, ognuna di queste tecnologie ha dei limiti e va implementata. Ma quella più promettente è il nucleare di IV generazione, che risolverebbe i principali problemi dell’atomo: le scorie radioattive e la proliferazione degli armamenti. “Una molecola di uranio ha un milione di volte più energia di una molecola di carbone”, spiega Gates. È un vantaggio così grande che richiede ogni sforzo perché possa essere sfruttato in maniera sicura e pulita. Gli impianti su cui scommette Bill Gates sono i cosiddetti “reattori a onde viaggianti”, capaci di utilizzare come combustibile l’uranio-238 anziché l’uranio-235 ottenuto nei processi di arricchimento. Con il duplice vantaggio di non produrre scorie radioattive e di riutilizzare le scorie degli altri impianti come combustibile. Se funzionasse, e il se è d’obbligo, si potrebbe elevare il tasso di sfruttamento del combustibile dall’1% come avviene nei reattori termici, al 99%. Di più, le scorie degli Stati Uniti basterebbero ad alimentare la nazione per 100 anni.
Alcuni scienziati hanno reagito con toni entusiastici all’incoraggiamneto di Bill Gates a investire su questo filone di ricerca nucleare. Altri invece sono stati molto critici e lo hanno accusato di gettare fumo negli occhi, prospettando una soluzione costosa, indeterminata e ancora embrionale, a un problema impellente e urgente come il cambiamento climatico. Che richiede azioni concrete ora. Non tra 40 anni.