COSTUME E SOCIETÀ

Il corpo delle donne

COSTUME E SOCIETÀ – Un documentario che è stato un piccolo-grande caso sul web e che a distanza di un anno diventa anche un libro per raccontare quello che è successo da quando la sua autrice, Lorella Zanardo, ha messo on line il Il corpo delle donne, un “saggio visivo”, come lo ha chiamato Enrico Ghezzi, che è anche un’indagine sociologica sulla nostra società e sulla nostra idea del corpo della donna, svelata dopo l’attenta analisi di oltre 400 ore di televisione (soprattutto di programmi del cosiddetto ‘intrattenimento’). Le rappresentazioni della donna sul piccolo schermo passa attraverso alcune semplici categorizzazioni, dalla ‘donna umiliata’ alla ‘donna decorazione’, la cosiddetta ‘grechina’. Il tam tam internettiano ha decretato il successo del filmato, che ha suscitato un ampio dibattito, al quale molte persone, non solo donne, hanno chiesto di poter partecipare attivamente. Per questo motivo oggi Lorella Zanardo gira l’Italia di scuola in scuola, associazione in associazione per continuare di persona il dialogo aperto virtualmente (anche attraverso il blog) e per portare avanti un programma di educazione allo sguardo televisivo.

Invitata dagli organizzatori del Festival del Giornalismo di Perugia, all’interno della serie di incontri dedicati a Donne, media e potere, è stata travolta da domande, considerazioni e attestati di stima, quasi l’occasione del festival si fosse trasformata in una delle tappe del suo peregrinare per la penisola. Lorella Zanardo ha posto l’accento sulle responsabilità di ognuno di noi, perché è fin troppo facile imputare alla “televisione cattiva maestra” tutte le colpe. Questo anno di “militanza”, come lei stessa lo chiama, le ha fatto capire che tutti dobbiamo sviluppare uno sguardo critico nei confronti di ciò che passa sul piccolo schermo e non essere soltanto dei soggetti passivi che la subiscono. Prima di tutto le donne, ma anche gli uomini, che dalla rappresentazione televisiva del corpo delle donne si dovrebbero sentire altrettanto offesi. E quale luogo migliore per iniziare un’educazione dello sguardo se non la scuola?

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Marco Boscolo
Science writer, datajournalist, music lover e divoratore di libri e fumetti datajournalism.it