SALUTE

Il fattore X delle donne

Trovata la spiegazione delle differenze in medicina tra uomini e donne. Le cellule femminili sono più resistenti e sopravvivono di più di quelle maschili a stress ambientali e farmacologici. Lo studio italiano apre nuove frontiere di ricerca

SALUTE – Dicevamo che uomini e donne non sono uguali in medicina. Ora uno studio italiano ha chiarito il perché. La differenza, secondo la ricerca dell’Istituto superiore di Sanità e dell’Università di Sassari, è insita in ogni singola cellula  del corpo maschile e femminile. Non è questione banalmente di cromosomi sessuali (rispettivamente XY e XX). Quello che cambia è il destino a cui sono in qualche modo predestinate le cellule.

Le cellule femminili sono più resistenti e si adattano meglio, sopravvivendo di più rispetto a quelle maschili agli stress ambientali e farmacologici. Mentre le cellule XY sottoposte a stress, scelgono la strada del suicidio programmato, ovvero l’apopotosi, le cellule XX godono di maggiore plasticità e riescono a modificare il proprio assetto. Restano in vita e arrivano in forma alla vecchiaia. Per non morire compiono una sorta di cannibalismo, mangiando alcuni loro componenti e ricavando fonti energetiche per sopravvivere. Sarebbe questo il motivo per cui le donne reagiscono diversamente ai farmaci e sono più o meno soggette ad alcune malattie.

Il risultato, secondo Monica Bettoni, direttore generale Iss, è la dimostrazione “che i risultati della ricerca scientifica ottenuti sull’uomo non possono essere automaticamente trasferiti alla donna”. L’ISS ha avviato un maxi progetto per lo studio delle differenze di genere che coinvolge oltre 500 ricercatori nello studio delle malattie metaboliche, del ruolo degli ormoni sessuali nella risposta immune, degli interferenti endocrini nei luoghi di lavoro, le malattie iatrogene e le reazioni avverse ai farmaci e altri aspetti della salute della donna.

“Si tratta di un progetto ambizioso”, ha detto il presidente dell’ISS Enrico Garaci. “Puntiamo a capire come impattano le terapie farmacologiche sugli uomini e sulle donne per ottenere una cura più appropriata e un risparmio di costi per il Servizio sanitario nazionale”.

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