AMBIENTE – Si chiama REPCET (Repérage en temps-réel des cétacés) ed è un sistema informatico creato per ridurre le collisioni tra navi e grandi cetacei e per studiarne gli spostamenti. Come funziona ? Semplice: l’avvistamento di un grande cetaceo viene trasmesso ad un server sulla terraferma dal personale di guardia delle navi. I dati raccolti sono elaborati dal server e inviati nuovamente alle imbarcazioni dotate del REPCET in forma cartografica, generando un allarme che aiuta il personale di bordo ad anticipare le potenziali collisioni e modificare velocità e direzione di spostamento della nave. Così facendo si evitano le zone in cui è alto il rischio di ‘incappare’ nell’animale.
Il progetto è stato promosso dall’associazione francese Souffleurs d’Ecume e dalla Chrisar Software Tecnologies, ma vi partecipano attualmente anche il WWF ITALIA, con cui Costa Crociere opera in partnership dal 2005. Quest’ultimo è il primo gruppo crocieristico a livello internazionale ad aver aderito in via sperimentale al progetto, installando il sistema Repcet sul quattro imbarcazioni (il sistema è stato installato il 14 giugno 2010) tra cui nave Ammiraglia Costa Pacifica, che quest’estate ha attraversato l’intero Mediterraneo.
Lo stesso Mediterraneo, tanto per capirci, che ospita il 30% del traffico marittimo mondiale, con 300 porti e almeno 200.000 navi di stazza di oltre 100 tonnellate che ogni anno solcano le sue acque. Ma anche lo stesso Mediterraneo “bio-diverso” che è frequentato regolarmente da almeno 8 specie di cetacei (balenottere comuni, capodogli, delfini comuni, stenelle striate, tursiopi, grampi, globicefali, zifi). Quest’ultimi sono mammiferi e quindi devono emergere in superficie per respirare, dove rimangono per lunghi periodi. Ciò determina la collisione con le navi, le cui strumentazioni di bordo difficilmente segnalano la presenza di un individuo sulla loro rotta.
Gli scontri con le navi da carico e da crociera sono una delle principali cause di morte per la balenottera comune (che può raggiungere i 24 metri di lunghezza) e il capodoglio (che può arrivare fino a 18 metri), specialmente nei mesi estivi quando al traffico marittimo commerciale si aggiunge quello a scopo turistico, entrambi spesso veicolati da navi che si avvalgono del pilota automatico. Uno studio scientifico pubblicato su Marine Pollution Bullettin nel 2006 ha dimostrato come questo fenomeno sia raddoppiato dagli anni Settanta ad oggi.
Al momento REPCET rappresenta la risposta più concreta al problema. Si tratta di un traguardo notevole per un progetto che parte da lontano (già nel 2004 c’era stato l’avvio dello studio funzionale per l’elaborazione del sistema mentre nel 2007 si è dato inizio all’elaborazione del software informatico a supporto del progetto).