CRONACA

106 giorni, e Marte è ancora lontana

Sei astronauti incapsulati nella loro navicella, in attesa dell’atterraggio il prossimo febbraio

NOTIZIE – Provate a immaginare: Romain Charles e Diego Urbina (i membri ESA dell’equipaggio) e i loro colleghi della missione Mars500 sono stati sigillati dentro la navicella il 3 giugno di quest’anno e dal 14 dello stesso mese viaggiano tranquillamente in direzione Marte. Fino a oggi fanno ben 106 giorni di permanenza nel razzo, ma ce ne vorranno ancora più di altri 400 prima rientrare a casa. L’atterraggio su Marte è infatti previsto per il 10 febbraio 2011 e il rientro sulla Terra (l’attesissimo “splashdown”) dovrebbe avvenire all’inizio di novembre.

Per chi fosse sorpreso di non essere a conoscenza dell’invio di una missione umana sul Pianeta Rosso, posso dire che è tutto vero. E anche tutto falso. Si tratta infatti di una simulazione. Sei astronauti sono al momento chiusi dentro un razzo (situato a Mosca) che simula nei dettagli una missione umana diretta su Marte. Lavoro a bordo e ritardo nelle comunicazioni con la base terrestre compresi. Al momento dopo 106 giorni di viaggio il ritardo ha raggiunto i due minuti (per cui una conversazione è ormai impossibile) ma arriverà fino a 20 minuti, quando il razzo sarà nei pressi della meta.

Ieri la missione ha doppiato il record di permanenza in isolamento raggiunto dalla missione precedente (105 giorni) ed è entrata in una nuova fase. Da qui in poi i risultati (e lo stato psicofisico degli astronauti) sono un’incognita. Lo staff ha infatti più di 100 esperimenti scientifici da condurre, deve partecipare alla manutenzione del modulo, e fare ogni giorno esercizi fisici per mantenersi in salute.  La realtà però può essere più dura. Secondo quanto raccontato dai membri della missione precedente, i giorni più difficili sono stati quelli centrali (all’inizio e alla fine l’entusiasmo era altissimo).

“È già passato un bel po’ di tempo, a questo stadio della missione l’equipaggio precedente sarebbe stato in piena eccitazione, non avrebbero visto l’ora di porre termine all’isolamento,” ha commentato Diego Urbina, uno dei due membri europei dell’equipaggio, di origine italo-colombiana. “Noi non possiamo permetterci questo lusso. Dobbiamo tenere la testa più ferma possibile – perché ci vorrà ancora un sacco di tempo.”

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Federica Sgorbissa
Federica Sgorbissa è laureata in Psicologia con un dottorato in percezione visiva ottenuto all'Università di Trieste. Dopo l'università, ha ottenuto il Master in comunicazione della scienza della SISSA di Trieste. Da qui varie esperienze lavorative, fra le quali addetta all'ufficio comunicazione del science centre Immaginario Scientifico di Trieste e oggi nell'area comunicazione di SISSA Medialab. Come giornalista free lance collabora con alcune testate come Le Scienze e Mente & Cervello.