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L’equilibrio in un bracciale

Pare sia scoppiata una nuova moda, tra gli sportivi della penisola: si tratta di alcuni braccialetti, nati dall’immaginazione di due surfisti californiani, e disponibili dall’anno scorso sul mercato italiano, che aiuterebbero a migliorare l’equilibrio, aumentando forza, flessibilità e resistenza. La tecnologia funzionerebbe, secondo quanto si legge sul sito internet del produttore, grazie a un ologramma che “risponde al flusso d’energia naturale del corpo”. Funziona? L’abbiamo provato, e…

IL PARCO DELLE BUFALE – Il design è accattivante, il materiale leggero, il prezzo in Italia è di 39 euro. In sé, l’oggetto ha tutte le caratteristiche per strizzare l’occhio ai potenziali acquirenti. 30 dollari e si riacquista l’equilibrio, fisico e psichico. Ma cos’è il “flusso d’energia naturale del corpo”? Ne ho spesso sentito parlare, ma ogni volta in maniera un po’ nebulosa: per questo, cerco su internet.

Benché non ci sia traccia di nulla del genere nella medicina occidentale, pare però che il flusso d’energia naturale sia alla base di medicine alternative come l’ayurveda e l’agopuntura. Per queste medicine la malattia non è altro che la manifestazione sul piano fisico di uno squilibrio energetico, e la terapia medica servirebbe a ristabilire tale equilibrio. Domando le modalità di funzionamento al responsabile della filiale italiana del produttore, Alberto Degli Esposti: “Preferiamo che siano gli utenti a dirci qual è la loro esperienza con il braccialetto. Si possono trovare benefici nell’equilibrio, o sentirsi più tonici, ma non ci sono specifiche scritte. Il principio alla base è collegato alla kinesiologia (una presunta modalità di comunicazione con il sistema corporeo rivolta a un miglioramento dello stato di benessere individuale, N.d.A.)”.

A voler essere ottimisti, quindi, si potrebbe pensare a un riuscito sincretismo tra tecnologia occidentale e medicina alternativa orientale. Ma sorgono diversi dubbi. In primo luogo perché, benché agopuntura, ayurveda e kinesiologia applicata (da non confondere con la cinesiologia o kinesiologia, che invece è lo studio del movimento corporeo) siano regolamentate in Italia, la loro accettazione da parte della comunità scientifica è quantomeno problematica. Anzi, a dire il vero, la medicina occidentale rifiuta le tre discipline, e ciò per una ragione semplice: non sono state sottoposte alle verifiche sperimentali condotte col metodo scientifico o, quand’anche l’abbiano fatto, non le hanno superate. Ma soprassediamo per un attimo su quest’ultimo, importante punto, e concentriamoci sul prodotto in sé, il braccialetto.

Dando uno sguardo al sito internet, e scorrendo la rassegna stampa, ci si accorge che la maggior parte degli articoli che vi figurano non parlano del prodotto in vendita, ma dei suoi testimonial, che sono grandi nomi del football americano, del baseball, del basket e della pallavolo, nonché alcuni nomi noti del mondo del gossip, le cosiddette “fashion victim”. Nel caso degli sportivi americani, precisa uno dei pochissimi trafiletti che contengano notizie sul bracciale, i testimonial sono pagati dieci dollari dallo sponsor per ogni punto messo a segno indossando il braccialetto (Degli Esposti precisa invece che non ci sono compensi per i testimonial italiani): si potrebbe obiettare che non sia il metodo migliore per garantire l’ affidabilità di un giudizio.

Ma magari, penso, ho dei pregiudizi tipici dello scientista occidentale, e sul sito ci sarà di sicuro una pagina di specifiche tecniche che possa convincermi della mia ottusità e della bontà del prodotto. No, non c’è. Neppure una parola per spiegare in che modo l’ologramma presente sul bracciale possa “ottimizzare il flusso di energia naturale”. Viene da pensare che l’apertura di un’indagine da parte dell’Antitrust sulla funzionalità del prodotto non sia dovuta al caso anche se, spiega Degli Esposti, “l’indagine è stata aperta a causa della pubblicità fuorviante che ci ha fatto un importante negozio di articoli sportivi romano, e ci siamo trovati a dover rispondere di affermazioni che noi distributori non avevamo fatto. Noi non abbiamo mai sostenuto che il braccialetto fosse un prodotto medicale, né che facesse miracoli”. Non ci sono dati tecnici, ma c’è invece, sul sito, una sezione test, in cui si suppone che tre testimonial della compagnia debbano mostrare le differenze tra il prima e il dopo. Nuova sorpresa: il prima è in effetti mostrato, ma sul dopo un nerboruto giovane sportivo americano invita gli utenti a sperimentare di persona.

Io l’ho fatto, facendomi prestare il braccialetto da una conoscente convinta della sua efficacia, e ripetendo le procedure del test. Per conoscere il risultato, vi risparmierò di comprare il bracciale. Nessuna differenza. Ma non c’è da stupirsi: del resto, il produttore stesso afferma che “non c’è piena sicurezza che il braccialetto funzioni per tutti”, e io temo di non essere tra i fortunati.

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