Uno studio americano getta una nuova luce sulle correlazioni invisibili tra uomo e natura
AMBIENTE – Vivere in acque azzurre, dieta vegetariana a base di alghe e poi rischiare la vita per l’insorgenza di un tumore. La sopravvivenza della tartaruga verde (Chelonia mydas) nell’arcipelago delle Hawaii, ma anche in Australia e ai Caraibi, è minacciata da una sindrome, nota dal 1938, la Fibropapillomatosi. La malattia è caratterizzata dalla presenza di fibropapillomi esterni, masse tumorali esterne grandi come palline da tennis.
La causa primaria è un herpes virus ma un team di ricercatori della Duke University in collaborazione con il NOAA (National Oceanic Atmospheric Administration) ha svelato l’origine dell’epidemia.
La ricerca rivela che è la dieta a base di macroalghe ad esporre le tartarughe al rischio di contrarre la sindrome tumorale. I risultati sono stati pubblicati su PlosOne.org e lo studio è stata effettuato analizzando 4 mila esemplari di tartaruga recuperati morti o in fin di vita dal 1982 al 2009 (ben 28 anni) nelle acque hawaiane tra Oahu e Maui.
Hipnea musciformis e Ulva fasciata, due alghe invasive e non autoctone che costituiscono il 90% della dieta delle tartarughe, proliferano in condizioni di sovrabbondanza di nitrati e fosfati, uno stato noto come eutrofizzazione. Quando nell’ambiente l’azoto è presente in grandi concentrazioni le alghe lo immagazzinano sotto forma di un amminoacido, l’arginina. Che le tartarughe assumono poi cibandosi delle alghe di cui vanno ghiotte. Secondo la regola base delle reti alimentari; i predatori al vertice metabolizzano tutte le molecole che ingeriscono (tossine incluse), senza possibilità di scampo.
I risultati sull’arginina di alcuni studi virologici sono particolarmente eloquenti. L’amminoacido è direttamente coinvolto in situazioni di disfunzione immunologica (abbassamento delle difese immunitarie), infiammazione cellulare e tumori virali. Ma l’arginina è anche importante per gli herpes virus: esperimenti in laboratorio hanno mostrato che l’herpes non si sviluppa se manca l’arginina. L’amminoacido è inoltre in grado di favorire lo sviluppo di tumori alla cornea. Il 93% delle tartarughe con la fibropapillomatosi avevano tumori oculari ben visibili, che ne limitavo gravemente la vista.
Chelonia mydas è una tartaruga che vive anche in Mediterraneo, in acque basse, là dove le attività dell’uomo hanno un impatto considerevole sulla vita acquatica.
Le tartarughe sono minacciate dalla pesca, dalla presenza dell’uomo che riduce i luoghi dove nidificare (in Italia si sono ridotti a poche spiagge), dal prelievo per la vendita di souvenir nel Sud-est asiatico, dalla cattura nelle reti e a fenomeni a lungo termine come il cambiamento climatico. La fibropapillomatosi ha avuto il suo picco epidemico negli anni Novanta. Oggi non può essere sottovalutata perché l’eccesso di azoto che sta all’inizio di questo “black-out biologico” nelle acque hawaiane è legato (anche) alla industrie costiere che disperdono direttamente in mare le acque di scarico.