Una ricerca cinese svela la rete informatica che si intreccia sotto i nostri piedi: le piante di pomodoro comunicano tra loro attraverso le micorrize. Il messaggio è semplice: sopravvivi.
CRONACA – In Avatar, il kolossal di fantascienza di James Cameron uscito lo scorso anno sbancando i botteghini di tutto il mondo, i biologi di stanza su Pandora, una luna simile alla Terra nel sistema di Alpha Centauri, scoprono che grazie alle radici la flora di tutto il pianeta fa parte di una immensa rete di comunicazione. Ogni pianta è interconnessa all’altra e l’albero sacro (l’Albero-casa) venerato dagli indigeni protagonisti del film, è una sorta di Hub.
In misura meno plateale, anche sulla Terra le piante comunicano, ed è un fatto noto da tempo. Se un loro simile emette nell’aria o nell’acqua determinate molecole, gli individui reagiscono, sintetizzandone a loro volta. Meccanismi come questo servono, ad esempio, a regolare i cicli vegetativi della comunità, ad esempio sincronizzando il tempo di fioritura o fruttificazione. Oppure ci sono piante che, quando sono attaccate da un erbivoro, si comportano “altruisticamente” emettendo sostanze volatili che se intercettate da altri esemplari ne stimolano i meccanismi difensivi.
Non si era però mai osservato che tutto ciò avvenisse attraverso le micorrize, come testimonia lo studio di Ren Sen Zeng e colleghi pubblicato su PloS One: Interplant Communication of Tomato Plants through Underground Common Mycorrhizal Networks.
I ricercatori hanno fatto crescere dei pomodori (Lycopersicon esculentum) lasciando che, a coppie, si creasse un contatto tra i due apparati radicali attraverso le micorrize (common mycorrhizal networks, abbreviato CMNs) riscontrando che se si infettava una delle piante con Alternaria solani (un fungo patogeno che causa la prematura senescenza dei frutti e delle foglie) e dopo qualche ora si sottoponeva la sua compagna allo stesso trattamento, questa contraeva la malattia in modo più lieve o non la contraeva affatto, grazie a un incremento della produzione di enzimi legati ai meccanismi di difesa della specie.
Nelle parole di Zeng:
Parlandosi attraverso “l’Internet delle comunità vegetali” i pomodori avevano meno probabilità di cedere alla malattia.
Non si sa ancora di preciso come funziona questo passaggio di informazioni, né ci sono osservazioni al di fuori del laboratorio, ma i ricercatori avanzano l’ipotesi che, come è stato provato che le piante utilizzano le micorrize per scambiarsi l’una con l’altra acqua e nutrienti (specialmente nei periodi in cui scarseggiano) probabilmente queste sono anche in grado di trasportare le molecole segnale che inducono l’attivazione delle difese della pianta.
Questa scoperta potrebbe aprire nuovi orizzonti per quanto riguarda lo sviluppo di tecniche agricole a maggiore efficienza e minor impatto ambientale: già da tempo le micorrize sono studiate per questo motivo nell’ambito delle scienze agro-forestali.
Per chi non l’avesse ancora capito, siamo già su Pandora.