AMBIENTE – Il primo ibrido lo hanno visto e catturato nel 2006 ed era un incrocio tra un orso polare e un grizzly, la sottospecie americana di orso bru
no: l’animale aveva alcune macchie scure su una candida pelliccia bianca. Ora, imbalsamato, fa bella mostra di se a casa del cacciatore Jim Martell a Glenn Ferry. Lo hanno chiamato Pizzly, altri hanno proposto Prizzly, qualcun altro Grolar. La fantasia in questi casi non manca mai.
Evidentemente frutto di un “incontro amoroso” tra due specie che, almeno in tempo storici, non si sono mai incontrate perché separate da una barriera naturale molto efficiente: i ghiacci artici. Dove l’orso polare è re incontrastato e dai quali i grizzly si tengono alla larga.
I ghiacci nordici però si stanno riducendo stagione dopo stagione e questo costringe gli orsi polari a passare molto più tempo sulla terraferma e incontrare così i loro simili più scuri. Brendan Kelly del NOAA, autore della ricerca sui nuovi ibridi artici ed esperto zoologo, prevede che entro la fine del secolo il ghiaccio marino del Mar Glaciale Artico durante l’estate sarà del tutto assente. Con conseguenze pesanti sugli equilibri di questi ecosistemi.
L’articolo pubblicato su Nature, rivela che le due specie di orso non sono sole ma fanno parte di un gruppo di 22 specie di mammiferi che sono esposti alla possibilità di incrociarsi, o ibridarsi, dando vita a una sorta di melting pot artico. “Specie con popolazioni numerose possono incrociarsi senza scomparire”, spiega Kelly “ma quando l’uomo modifica un habitat può aumentare le probabilità di ibridazione e di estinzione”.
È il caso della Balena franca nordpacifica che vive tra Alaska, Messico, Siberia e Corea e di cui sarebbero rimasti meno di 200 esemplari. È il mammifero marino più a rischio di estinzione, a causa di una caccia spietata negli ultimi decenni (Russia e Giappone), vista la facilità dell’animale a essere avvicinato e la grande quantità di carne che fornisce.
Ora le balene del Nord Pacifico potrebbero incontrarsi con le cugine della Groenlandia, molto più numerose: si stima che ce ne siano ancora 25 mila. L’ibridazione tra queste due popolazioni potrebbe comportare la perdita della popolazione meno numerosa e con essa di tutto il suo pool genico. Un set di informazioni preziose, regolate e affinate dalla selezione naturale in millenni di isolamento e che ha reso questi animali perfettamente adattati a vivere in quella vasta (e insidiosa) zona di mare. Il rischio che gli ibridi siano meno adattati e quindi più deboli è reale. I biologi ritengono che i problemi potrebbero non essere evidenti nella prima generazione ma in quelle successive.
Quest’anno in Canada è stato abbattuto un “grolare” di seconda generazione, un orso con padre un grizzly e madre ibrida.