CRONACA – Descritta una nuova promettente tecnica per la crescita in vitro di vasi sanguigni. La branca della medicina rigenerativa ringrazia.
È uno degli scenari futuristici più interessanti e attesi: la costruzione in laboratorio di organi bioartificiali, pronti per sostituire organi danneggiati scavalcando i tradizionali problemi connessi ai trapianti: la cronica carenza di organi e il rischio di rigetto. Molto in questa direzione si è già fatto: al Wake Forest Institute for Regenerative Medicine, per esempio, Anthony Atala riesce già da qualche anno a produrre nuove vesciche a partire da cellule staminali. Molto altro, però, rimane ancora da fare, soprattutto per organi complessi come il cuore, i reni o i polmoni. Uno dei limiti principali è costituito dalla difficoltà di ottenere, negli organi costruiti in laboratorio, un’architettura efficiente dei vasi sanguigni, in grado di garantire il trasporto diffuso delle sostanze necessarie alla sopravvivenza e alla crescita. Bene: un bel passo avanti in questa direzione viene ora dal lavoro di un gruppo di ricercatori della Rice University, che sono riusciti a trovare un modo semplice ed efficace di far crescere in vitro piccoli vasi sanguigni. Il video qui sopra, realizzato con la tecnica time-lapse, mostra esattamente la veloce riorganizzazione di un gruppo di cellule a formare nuovi capillari .
La ricetta per il metodo prevede pochi ingredienti fondamentali: anzitutto una matrice gelatinosa di glicole polietilenico (PEG), che è stata ingegnerizzata in modo da assomigliare il più possibile alla matrice extracellulare, quella rete di proteine, zuccheri e altre sostanze che si trova tra cellula e cellula, costituendo buona parte dei tessuti molli. Poi, ovviamente, i tipi cellulari che costituiscono le pareti dei vasi sanguigni e il giusto mix di fattori di crescita. Dopo aver opportunamente marcato le cellule con molecole fluorescenti, i ricercatori hanno ripreso il loro comportamento nella matrice di PEG per 3 giorni, verificando che tanto bastava per la formazione graduale di nuovi capillari.
Non è tutto: in un secondo momento, i ricercatori hanno preso il loro gel con tanto di vasi e lo hanno impiantato nella cornea di alcuni topi. E’ bastato poco perché la nuova rete di capillari venisse invasa, a conferma della sua efficienza, da un normale flusso sanguigno. Lo studio è stato pubblicato su “Acta biomaterialia”.