LA VOCE DEL MASTER

Viaggio al centro della Luna

A giudicare dalla loro struttura interna, Terra e la Luna sono corpi gemelli. Una ricerca pubblicata a inizio gennaio su Science conferma infatti la presenza, all’interno del nostro satellite, di un nucleo metallico solido, circondato da un nucleo esterno liquido.

LA VOCE DEL MASTER – Già da decenni è noto che la composizione della Luna presenta notevoli somiglianze con quella del nostro pianeta, tanto da ipotizzare che l’origine del satellite risalga ad una collisione fra la Terra primordiale e un altro corpo celeste delle dimensioni di Marte, che avrebbe scagliato in orbita una ingente quantità di materiali provenienti dalla crosta e dal mantello terrestre.

La ricerca del gruppo di Renee C. Weber, geofisica del Marshall Space Flight Center della NASA, sembra ora avvalorare l’ipotesi che anche la struttura interna dei due corpi sia analoga: un nucleo interno solido e un nucleo esterno liquido, circondati da uno spesso mantello e una sottile crosta silicatica.

Il gruppo di Weber ha fatto uso dei dati registrati dai quattro sismometri collocati sulla superficie lunare fra il 1969 e il 1972, nell’ambito dell’esperimento PSE (Passive Seismic Experiment) del programma Apollo. I dati sono stati rianalizzati tramite i metodi più avanzati della geofisica terrestre: in particolare, Weber ha adottato particolari filtri di polarizzazione per attenuare il rumore di fondo ed intensificare i segnali relativi ai primi arrivi dei vari treni d’onda. Ha così reso evidenti non solo gli arrivi delle onde P e S, ovvero i principali segnali emessi da una sorgente sismica, ma anche la comparsa di onde indirette, riflesse o rifratte dalle varie interfacce di densità presenti all’interno della Luna.

Secondo i risultati della ricerca, dichiaratamente affetti da forti incertezze legate alla vetustà dei sismometri utilizzati e alla scarsità di dati, il nucleo interno avrebbe un raggio di circa 240 km, mentre il nucleo esterno raggiungerebbe i 330 km.

Il nucleo lunare appare così decisamente più piccolo di quello terrestre, pur facendo le debite proporzioni fra i due corpi celesti. Un dato che avvalora la teoria dell’impatto gigante: se veramente la Luna fosse nata da una collisione cosmica, sarebbe naturale immaginare che tale evento abbia strappato alla Terra parte dei suoi strati più esterni, ricchi di materiali non metallici, dando vita a un satellite relativamente povero di metalli. Quelli presenti nell’attuale nucleo, suggerisce Weber, dovrebbero allora provenire con ogni probabilità dal nucleo del corpo impattante, che si sarebbe disintegrato nella collisione.

Valutazioni più precise sulle effettive dimensioni e sulla densità del nucleo lunare – e dunque anche sulla sua composizione – sono attese nei prossimi anni: in particolare, la missione GRAIL della NASA (il cui lancio è previsto a settembre) dovrebbe fornire nuovi dati gravimetrici in grado di determinare con elevata precisione la struttura interna del satellite. Per quanto riguarda l’installazione di sismografi al suolo, viceversa, non vi sono previsioni certe; gli ultimi, portati dagli astronauti del programma Apollo, hanno cessato di funzionare nel 1977.

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