“Stupido bandire i sacchetti di plastica“ di Franco Battaglia, docente di chimica ambientale all’università di Modena, è l’esemplare (1) fuggito dal recinto del Giornale e portato qui da mazzetta. La custode non intende sparare pure lei sulla Croce Rossa, bensì tentare un’analisi latteo-semiotica del pronome noi.
IL PARCO DELLE BUFALE – Questa volta il prolifico professore auspica l’eliminazione del ministero e degli assessorati all’Ambiente e, implicitamente, del proprio posto di lavoro:
L’ultima che si sono inventata sarebbe di voler abolire le buste di plastica. Non chiedetemi quali, perché non l’ho capito. Quelle della spesa? Quelle del pattume? Non lo so, forse entrambe.
Forte di tale ignoranza, entra in materia:
Le associazioni ambientaliste tifano per le buste da spesa eco-compatibili perché sono riutilizzabili. Chissà mai perché non si possano riutilizzare quelle di plastica. E quanto alle buste per il pattume, una volta nell’inceneritore, quelle di plastica fanno la stessa fine di quelle ecologiche o presunte tali.
Crede che il pianeta sia un inceneritore o che nessuna busta di plastica finisca in fiumi e mari dopo un transito sulle terre emerse e nei loro abitanti? La custode non lo sa, forse entrambe le cose.
Ammesso e non concesso che la fine che fanno le prime sia dannosa e che sia virtuosa la fine che fanno le seconde, quel che manca in queste proposte è la cognizione delle dimensioni dei problemi, in questo caso infime. In un sacco di 5 kg di pattume che va a finire nell’inceneritore, il sacco medesimo peserà – quanto? – 30 grammi.
Tirate a indovinare cognizione, dimensioni e problemi, il professore pronuncia questo oracolo:
Insomma, possiamo dire che queste buste (presunte) eco sono quella cosa che con la quale o senza la quale si rimane tali e quali.
I lettori provino a leggere la frase a voce alta, si convinceranno che solo il prof. Battaglia riuscirebbe a superarne indenne le consonanti occlusive. Quanto alla prima persona del plurale, rara in questo autore, si ripete poco dopo. Oltre al provvedimento, egli ignora l’esistenza di sporte eco-compatibili in materia non plastica e non estratta dal petrolio:
E il petrolio è una delle più fetide schifezze mai prodotte da madre natura, che solo l’ingegno umano ha saputo elevare a preziosa risorsa, grazie alla chimica, che è una benedizione dell’umanità.
Molto prima della comparsa degli umani, l’ingegno dell’Alcanivorax l’aveva elevato “a preziosa risorsa, grazie alla chimica, che è una benedizione” dell’alcanivoracità, come insegnano tutti i docenti di chimica ambientale. Meno uno, arrivato finalmente alla cosa che sa:
Ma, come ben sappiamo, tutte le benedizioni per l’umanità sono avversate dagli ambientalisti, i quali hanno l’umanità in uggia.
Come si vede, il professore attribuisce generosamente agli altri il proprio dire e sapere. Rimasto senza, usa il plurale maestatis come copri-pudenda.
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Nota 1: la custode si scusa per il ritardo nell’accoglienza, anche con le altre bovine sfuggite alla Stampa.